60enne lasciata morire in ospedale, Roma. Donna abbandonata a se stessa. Le figlie hanno dichiarato con dolore: “l’hanno lasciata morire”. E’ questa l’accusa mossa, per la morte di Patrizia Orlando, malata oncologica di 60 anni, che non sarebbe stata curata a dovere dall’ospedale Sant’Andrea di Roma, in cui prima sarebbe stata lasciata su una sedia e, poi, dopo le pressioni delle due figlie, trasportata in un letto, in un reparto con altri malati comuni.

La donna, secondo le parole delle figlie, sarebbe stata malata, ma ben vigile, quando il 27 dicembre è stata portata in ospedale. Al 3 gennaio risale la sua morte, cui è seguita subito la denuncia.

60enne lasciata morire in ospedale: la denuncia

Lo stesso giorno in cui Patrizia Orlando si è spenta, le figlie hanno cercato giustizia per la madre, che non avrebbe ricevuto le giuste cure mediche in ospedale: a registrare la denuncia sono i carabinieri della stazione Tomba di Nerone.

I militari hanno presto raggiunto l’ospedale e hanno sequestrato la cartella clinica della signora Orlando, inoltrando il fascicolo all’autorità giudiziaria. Oggi si terrà l’autopsia che dovrebbe stabilire ca cosa è stato dovuto il decesso di Patrizia Orlando.

La donna, nel momento in cui è entrata in ospedale, non riusciva a respirare bene: soffriva di dispnea, ma non c’è stato modo di aiutarla. Le figlie raccontano che è morta come se fosse stata abbandonata:

“Ci hanno fatto entrare con un triage da codice bianco, come una paziente non grave”.

Non molta attenzione, dunque, è stata data alla donna.

60enne lasciata morire: il racconto delle figlie

Le figlie raccontano con tristezza e rabbia ciò che è successo a loro madre, evidenziando quale calvario la donna abbia affrontato nel Pronto Soccorso:

“C’erano anziani allettati. Persone con flebo. Mamma è stata messa su una sedia. L’hanno lasciata dormire lì per due notti. Il 29 dicembre abbiamo pregato i medici di spostarla. L’hanno fatto, ma non l’hanno messa in un reparto suo. È stata allettata in una sorta di anticamera, una stanza dove passavano altri pazienti e pure positivi al Covid. […] Il primo gennaio siamo riusciti a farle visita per gli auguri, ma soprattutto per farla mangiare. Le avevano messo il pannolone senza dirci nulla e non la nutrivano a sufficienza. Secondo le infermiere del Sant’Andrea perché non parlava, invece non era vero.

Un caso di negligenza, che si traduce anche nella morte della donna, che le figlie sono riuscite a sentire per l’ultima volta alle 18:00 del 2 gennaio:

“Alle 7:54 ci hanno chiamato dicendo che stava male. Poi, alle 8, ci hanno chiamato dicendo che fosse morta. Due telefonate in sei minuti e prima non ci hanno avvertito della situazione? L’hanno fatta morire sola. Se lo avessimo saputo che sarebbe finita così l’avremmo tenuta a casa.”

Ancora non è noto il motivo del peggioramento improvviso della situazione di Patrizia Orlando.

Il profondo dolore e il desiderio di giustizia

Ma il dolore per la perdita di un familiare rimane forte, oltre il desiderio di giustizia, per un caso che non è stato gestito bene dall’ospedale:

“Abbiamo parlato anche con la primaria del reparto di oncologia del Sant’Andrea. Si sono scusati e hanno ammesso la gravità della questione […] Siamo distrutti in famiglia. Non ci hanno fatto stare con mamma negli ultimi suoi giorni. Non abbiamo potuto accarezzarla, darle un bacio. Non ci hanno detto nulla. La parte umana non c’è mai stata. Nessuno si è presentato quando gli abbiamo chiesto spiegazioni. L’hanno sequestrata per un giorno intero. “

Ancora non è chiaro che cosa sia successo: presto ci saranno notizie dall’esame autoptico.

Per ora rimane la rabbia e la tristezza di non aver potuto salutare una persona tanto cara, prima della sua morte.