Ex Ilva bambino leucemia, l’ennesimo caso che ad essere colpito sia una persona piccola e fragile. E situazioni come la sua non sono poche. Ad ogni modo, un milione e mezzo di euro è la richiesta di risarcimento avanzata allo Stato dai genitori di Jacopo, sì, è il nome del bambino che ha 5 anni, nato e cresciuto nel quartiere Tamburi di Taranto, che è molto vicino agli impianti siderurgici ex Ilva.
Jacopo da tempo combatte con la leucemia. Si è ammalato prestissimo ed ora è soggetto a cicli di chemioterapia ed altre cure. “Vogliamo giustizia per le sofferenze di nostro figlio”, dichiara la madre di Jacopo attraverso gli avvocati.
Ex Ilva bambino leucemia. Il processo
La causa è stata promossa dinanzi al Tribunale civile di Lecce. Questa mattina si è svolta la prima udienza, la prossima, in cui sarà avviata l’istruttoria, è fissata per il 20 aprile.
“Dalle sedi penali – spiega l’avvocato Anton Giulio Lana, coordinatore del collegio di difesa dei genitori di Jacopo – il processo si sposta in sede civile. Vogliamo che sia una prima causa pilota, di altre che potrebbero seguirne a difesa della popolazione tarantina colpita da una serie di patologie”. Secondo l’avvocato Lana, “il caso di Jacopo è emblematico della grave situazione per la salute dei bambini di Taranto, specialmente di coloro che vivono nel quartiere Tamburi e Paolo VI”.
“La somma richiesta non solo va a risarcire il danno patito da Jacopo, ma anche quello dei suoi genitori, la cui serenità familiare è stata stravolta da quanto accaduto al piccolo”, ha affermato l’avvocato Cosimo Portacci, del collegio difensivo.
I legali di Jacopo: “Lo Stato è responsabile”
“Questo processo si inserisce nel solco tracciato da numerose sentenze della corte europea dei diritti dell’uomo che, in materia, hanno già avuto modo di affermare la responsabilità dello Stato italiano”, dichiarano inoltre gli avvocati Lana e Maria Immacolata Riso.
I legali della famiglia del bambino chiedono di accertare “le responsabilità dello Stato in merito agli interventi per rimuovere il rischio di contrarre tumori e altre gravi malattie da parte della popolazione tarantina che vive nelle zone a ridosso dello stabilimento”.
“La questione – ha rilevato l’avvocato Lana – è quella del nesso causale tra le omissioni di tutta una serie di misure e cautele e il danno subito da molti tarantini, tra questi bambini, per le patologie sopraggiunte. A livello difensivo, abbiamo scelto la strada della richiesta del risarcimento del danno sul piano civile”.