La guerra in Ucraina trova il suo primo “cessate il fuoco”, seppur provvisorio: lo ha stabilito il presidente russo Vladimir Putin, che ha sancito una tregua a partire da mezzogiorno del 6 gennaio sino alla mezzanotte del giorno successivo. Lo annuncia il Cremlino, secondo quanto riportano le agenzie russe, smentendo il portavoce Dmitry Peskov, che a dicembre aveva annunciato che una tregua durante le festività “non fosse all’ordine del giorno”.
La ragione è legata alle celebrazioni del Natale ortodosso: la presidenza di Mosca ha accolto le richieste del patriarca russo Kirill, che aveva proposto di introdurre uno stop in coincidenza con le celebrazioni della Veglia e del Natale per gli ortodossi, in programma il prossimo sabato 7 gennaio.
Putin ha incaricato il ministro della Difesa Serghei Shoigu di introdurre il regime di cessate il fuoco lungo tutta la linea del fronte per 36 ore. Le fonti russe riportano l’annuncio arrivato dal Cremlino, rivolto anche alle forze ucraine.
Visto l’appello di sua Santità il Patriarca Kirill, indico al Ministro della Difesa della Federazione Russa di introdurre un regime di cessate il fuoco lungo l’intera linea di contatto tra le parti in Ucraina dalle 12:00 del 6 gennaio alle 24:00 del 7 gennaio. Chiediamo anche alla parte ucraina di dichiarare un cessate il fuoco e consentire ai cittadini di partecipare alle funzioni natalizie.
Tregua guerra in Ucraina, Putin convinto dal patriarca di Mosca
Decisiva per il momentaneo cessate il fuoco è stata l’opera di convincimento del patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, che questa mattina aveva rivolto il suo appello in favore degli ortodossi, affinché potessero “assistere alle funzioni della vigilia di Natale e del giorno della Natività di Cristo”.
Vicinissimo al presidente Putin, il patriarca era finito nella bufera all’inizio del conflitto, dopo aver benedetto pubblicamente l’invasione russa in Ucraina. Una condotta che lo aveva messo nel mirino dell’Unione Europea, che aveva paventato sanzioni nei suoi confronti, per punire il suo sostegno alla guerra.
Non si è fatta attendere la reazione da Kiev: Mikhailo Podolyak, consigliere del capo dell’Ufficio del presidente ucraino, ha bollato la richiesta del primate ortodosso come “una trappola cinica e di propaganda”. Podolyak ha anche ricordato come “la Chiesa ortodossa russa ha chiesto il genocidio degli ucraini, ha incoraggiato i massacri e ha insistito per una militarizzazione ancora maggiore della Russia”.
La Russia deve ritirarsi dai territori occupati, solo allora avrà una tregua temporanea. Tenetevi la vostra ipocrisia. L’Ucraina non attacca territori stranieri e non uccide civili, come fa la Federazione russa. L’Ucraina distrugge solo appartenenti alle forze di occupazione sul proprio territorio.
Guerra in Ucraina, colloquio telefonico tra Erdogan e Zelensky
In attesa della tregua, però, il conflitto prosegue. Dopo la telefonata di Erdogan a Putin e la sua richiesta di un cessate il fuoco unilaterale, il leader turco ha parlato anche con Volodymyr Zelensky.
Erdogan ha assicurato come la Turchia sia pronta a mediare per ottenere una “pace duratura” tra Russia e Ucraina. In tutta risposta, Zelensky si è detto “contento” di sapere che la Turchia “è pronta a partecipare ad attuare la nostra formula di pace”.