Effetto disordine cervello: ci siamo mai chiesti cosa accade al cervello in presenza di disordine? Quante persone lavorano circondati da cartacce, da libri per terra e suppellettili di qua e di la, insomma in un totale disordine che di più non si può?
Ma soprattutto in quale stato mentale riescono a sopportare ciò che hanno attorno senza esserne distratti? Oppure, il disordine in casa o in ufficio può essere “creativo” o al contrario ci confonde le idee?
Troviamo sicuramente delle risposte a queste domande e ad altre in uno studio che riconduce alla disorganizzazione e al disordine mentale.
Il paragone con chi viceversa è ordinato e lavora senza nulla attorno, in stanze vuote e piene di armonia e pulite è presto spiegato in queste successive righe.
Effetto disordine cervello: la disorganizzazione
Marie Kondō è una scrittrice giapponese di libri di economia domestica. E’ l’ideatrice del metodo KonMari, cioè il sistema studiato per riordinare al meglio gli spazi abitativi con lo scopo di migliorare la qualità della propria vita.
La scienza a proposito la sostiene attraverso una ricerca, tant’è che Elizabeth Sander, una psicologa della Bond University in Australia, è riuscita a dimostrare che l’ordine, la bellezza e l’assenza di caos dell’ambiente in cui lavoriamo è associato a risposte cognitive ed emotive migliori.
«La disorganizzazione non piace al cervello perché drena le sue risorse e riduce la capacità di concentrazione: pile di fogli, tazze sporche, oggetti buttati alla rinfusa sulla scrivania distraggono la mente, creano una specie di sovraccarico di informazioni visive che compromette anche la memoria di lavoro».
Effetto disordine cervello: il disordine mentale
Uno studio dell’Istituto di Neuroscienze di Princenton nel New Jersey ha osservato l’attività cerebrale di alcuni volontari in ambienti domestici e lavorativi piò o meno disordinati e confusionari.
Il direttore Associato del Centro di Neuroimaging Cognitivo Stephanie McMains ha constatato che fare ordine dona una migliore capacità di attenzione e di elaborazione delle informazioni. Di conseguenza si ha un beneficio netto sulla resa cognitiva. Dunque il risultato è che la produttività e la chiarezza di pensiero ne risentono positivamente.
Tutti quelli che invece lavorano in un ambiente disorganizzato e molto caotico tendono a rimandare i compiti loro affidati rispetto a chi invece lavora in un ambiente più organizzato.
Secondo il docente di psicologia Joseph Ferrari alla DePaul, Università di Chicago negli Stati Uniti, chi è disorganizzato tende a temporeggiare dal momento in cui mettere le cose a posto richiede tempo e questo è un compito che non ama fare. Infatti è riuscito a dimostrare come colui il quale è disordinato, tenterebbe a rinviare gli impegni ed è anche il più insoddisfatto delle proprie prestazioni lavorative.
Effetto disordine cervello: l’appetito aumenta o diminuisce?
Quando si è di fronte ad una stanza confusa e disordinata nel cervello scatta quel qualcosa che ci mette in allarme. Lo stress indotto dal caos influenzerebbe attraverso il suo ormone detto cortisolo e non di poco il cervello donandogli un effetto negativo.
Questo effetto è più intensificato nel sesso femminile, lo afferma Darby Saxbe Psicologa dell’Università della California del Sud (ubicata Stati Uniti) che ha studiato gli effetti del disordine sul grado di stress attraverso queste parole:
«Le donne si sentono spesso responsabili dell’ordine e quando non riescono provano maggior disagio»
Tutto questo si ripercuote non solo sull’attività cognitiva ma anche sul benessere, infatti da alcune ricerche effettuate si evince che dormire in stanze disordinate influisca in modo negativo sul sonno favorendo tra le altre cose anche brutti sogni e vivere in una casa disordinata fa ingrassare perché si tende a mangiare di più.
Effetto disordine cervello: ecco il consiglio
BISOGNA CHE CI METTIAMO IN ORDINE.
Un ambiente disordinato, confusionario, che non sia apposto secondo alcuni ricercatori del Dipartimento di Psicologia della Cornell University americana impedisce di avere rapporti sereni e induce a più litigi e discussioni tra i conviventi.
Anche le persone estranee ci giudicano in base alla nostra organizzazione in relazione agli spazi, ad affermarlo uno studio condotto all’Università del Michigan. Lì, hanno dimostrato che entrare in un ufficio ordinato, porta la gente a ritenere il proprietario più coscienzioso e affidabile rispetto a chi lavora in un ufficio con spazi disorganizzati.
Ma quanto conta l’apparenza? Molto a sentire gli studiosi! Secondo loro una persona disorganizzata è anche una persona negligente, più irritabile e difficile da gestire. Questo vale pure per il modo di vestire: chi è poco curato è meno preparato, meno intelligente di chi si presenta in ordine. Queste considerazioni sono da ricondurre a dati raccolti da Eldar Shafir dell’Università di Princeton