Il Covid in Uk continua ad aleggiare come uno spettro, specialmente dopo che Londra ha dovuto assistere alla decisione dell’Ue di rendere obbligatorio il tampone in ingresso a chiunque arrivi dalla Cina.

L’attenzione degli esperti, e in particolar del professor Lawrence Young, si concentra sulla variante Gryphon di Omicron, giudicata “altamente infettiva“, con una previsione tutt’altro che ottimista: se dovesse prendere piede rapidamente, “il Paese non sarebbe pronto a gestire una nuova ondata“.

La raccomandazione alla cittadinanza rimane di indossare la mascherina nei casi e nei luoghi più affollati e a non uscire se sintomatici o con lievi malesseri.

Covid Uk, aumenta la mortalità e si guarda con timore agli Usa

Covid in Uk, perché la comunità scientifica britannica teme una nuova ondata?

Il pericolo, così come il resto d’Europa, ha un nome e un codice: Gryphon, Xbb 1.5. Secondo i dati in possesso al ministero della Salute nazionale, al momento essa rappresenta il 4% dei contagi registrati giornalmente (il dato è aggiornato dal Sanger Institute al 17 dicembre). Tuttavia, l’esperienza passata insegna come le varianti e le sottovarianti, una volta inserite nel “sistema”, facciano in fretta a diventare dominanti fino a costituire il 100% delle infezioni.

Da qui deriva il campanello d’allarme lanciato dagli esperti, che guardano tanto a Pechino quanto agli Stati Uniti (dove la situazione è più grave). Ci sono poi i dati sui decessi relativi a dicembre, in particolare nella settimana 19-25: 429 decessi per covid, a fronte dei 308 accertati in quella precedente. Al momento Gryphon sta imperversando nel continente asiatico, da Singapore all’India, dove è già ampiamente dominante. A completare il quadro arriva anche lo stato di salute del sistema sanitario nazionale, in cui molto spesso si deve ricorrere all’interruzione delle cure di emergenza. La mortalità nel Regno Unito è cresciuta del 26% rispetto alla media del quinquennio 2015-2019, le farmacie lamentano carenza di farmaci per contrastare i tipici malanni stagionali come raffreddore e influenza. Insomma, uno scenario da monitorare con crescente attenzione.