Guerra in Ucraina, le notizie del giorno.

Apriamo gli aggiornamenti con il colloquio telefonico avvenuto questa mattina tra il presidente turco Erdogan e Vladimir Putin, nel quale il leader di Ankara avrebbe chiesto un cessate il fuoco unilaterale. Una richiesta esplicita che segna un cambio di rotta evidente anche da parte della Turchia stessa nel suo ruolo di mediatore. Si è parlato poi anche di gas, con la volontà di completare la rotta russo-turca, e anche di politica estera relativamente alla Siria.

Guerra in Ucraina, Zelensky nervoso per gli aiuti “di seconda mano”

Guerra in Ucraina, gli aggiornamenti sul versante internazionale.

Gli Stati Uniti si dichiarano pronti ad aumentare il proprio sostegno nei confronti di Kiev, inviando i carri armati Bradley (dotati anche di cannoni): si tratta di un armamento abbastanza consolidato ed efficace, tuttavia potrebbe essere una soluzione di ripiego rispetto ai carri Abrams (più potenti) richiesti dall’Ucraina. Nel suo ultimo videomessaggio serale, il presidente Zelensky si è detto dubbioso sui motivi per cui gli alleati non stanno offrendo il massimo sostegno militare possibile, ribadendo che “non c’è alcuna ragione sul perché non ci siano stati consegnati i carri armati“. Anche la Francia, per bocca del ministro degli Esteri Colonna, garantisce supporto a tempo indeterminato.

E se l’Ucraina deve insistere per ricevere gli aiuti di cui ha bisogno, sul versante della Russia non ci sono di questi problemi. Da ormai un mese a questa parte, infatti, Mosca ha trovato un prezioso alleato nell’Iran, che ha fornito i droni Shabaaz con cui ha attaccato le infrastrutture energetiche ucraine. Ma ora la fornitura potrebbe allargarsi dopo l’accordo congiunto che prevede l’invio di caccia russi verso Teheran. I due Paesi stanno inoltre cercando di intensificare la rotta commerciale aggirando le sanzioni occidentali.

Chi interpreta questi segnali in maniera preoccupata è il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Durante un’intervista a Reuters, il diplomatico ha affermato che è “pericoloso sottovalutare la Russia, in quanto non ci sono indicazioni per cui Putin abbia cambiato i suoi piani e i suoi obiettivi“. Pertanto, l’invito è quello di non abbandonare l’Ucraina proprio adesso.

Anche il patriarca Kirill chiede il cessate il fuoco

Chiudiamo con le notizie sul campo.

Forte esplosione nella notte a Melitopol, oblast di Zaporizhzhia e città strategica nel collegamento tra il Donbass e la Crimea. Il capo filorusso nella regione annuncia che la difesa aerea del Cremlino avrebbe comunque funzionato limitando i danni. Allerta aerea in tutte le regioni orientali, da Kharkiv fino a Kherson, dove la Russia non abbandona gli insediamenti nonostante la città sia tornata sotto la dominazione ucraina: una vittima secondo quanto riferisce l’amministrazione militare della regione, colpiti anche i villaggi limitrofi di Chernobaevka e Kamyshan. Quattro le persone ferite, danni a edifici residenziali e infrastrutture.

Infine, dal patriarca russo Kirill, capo della chiesa ortodossa di Mosca, arriva un ramoscello d’ulivo rivolto alle fazioni. Un appello esplicito al cessate il fuoco in occasione del Natale ortodosso, che si celebrerà nella giornata di domani. La richiesta coprirà la fascia oraria compresa tra mezzogiorno e mezzanotte.