Bambino Ventimiglia picchiato: smentisce il compagno della nonna. L’uomo, Luigi C., ha raccontato in diretta tv di non aver confessato di aver menato Ryan, il bimbo di 6 anni che lo scorso dicembre era stato trovato gravemente ferito in strada ed era finito in ospedale mentre era sotto la custodia della nonna paterna e del suo compagno. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’uomo si era recato in commissariato, qualche giorno dopo i fatti, ammettendo di aver picchiato il bambino ed era quindi stato accusato di lesioni gravissime, reato contestato anche alla nonna, in concorso. Ora l’uomo, tornato sulla vicenda, nega un suo coinvolgimento.

Bambino Ventimiglia picchiato: smentisce il compagno della nonna

Sostiene ora di non aver picchiato il nipote della compagna, il piccolo Ryan, di 6 anni, ricoverato in ospedale dal 19 dicembre, secondo gli investigatori in seguito alle botte ricevute proprio dall’uomo di Ventimiglia. “Vi dico solo una cosa, che sono innocente e basta. Solo quello – ha dichiarato Luigi C. davanti alle telecamere de La Vita in Diretta -. Al bambino io non ho fatto male e basta”. Il 75enne, compagno della nonna paterna di Ryan, è accusato di lesioni gravvisime, reato contestato anche alla compagna, in concorso; ma ora nega di aver messo le mani sul bambino. “Io l’ho picchiato? – dice l’uomo -; ma quando mai ho picchiato questo bambino io, mai, mai gli ho dato uno schiaffo a questo bambino, mai”.

L’uomo ha insomma smentito, in diretta tv, di aver confessato di aver menato Ryan, colpendolo anche con un bastone. “Non lo so – ha proseguito -, io ero qui chiuso in casa, chiuso in questa stanza, perché stavo facendo dei lavori dietro alla porta, e l’abbiamo chiamato per fargli da mangiare”, ha raccontato. “Il bambino era qui nel letto, io ero chiuso lì e il bambino era lì nel letto e la nonna gli ha detto ‘amore vieni a mangiare’ e visto che non ci rispondeva è andata a chiamarlo e non l’abbiamo più visto, non sappiamo altro di cosa è successo di sotto, non so altro. So solo quello io, basta, quello che posso dire è questo”.

In un primo momento, i due avevano raccontato agli inquirenti di aver perso di vista il bambino per un momento e poi, dopo aver notato la sua assenza, di averlo cercato e ritrovato in strada, ferito, ipotizzando che potesse essersi trattato di un’auto pirata. Ma a smentire la loro versione sarebbero state le videocamere di sorveglianza dell’area, che non avrebbero ripreso nessun incidente. L’uomo aveva poi portato il bambino sul luogo di lavoro del padre, a un paio di chilometri di distanza e da lì il piccolo Ryan, che aveva riportato fratture a otto vertebre e a un braccio, lesioni alla milza e il perforamento di un polmone, era stato portato d’urgenza al Gaslini in codice rosso.

Secondo quanto emerso dalle indagini, l’uomo, che ora nega un suo coinvolgimento, si era presentato spontaneamente al commissariato locale, qualche giorno dopo i fatti, ammettendo di aver picchiato il bambino dopo che l’aveva infastidito mentre sistemava alcuni mobili, a quanto pare anche con il bastone di una tenda. In diretta tv ora ha commentato: “Mi è caduta questa tenda qui e basta, non l’ho picchiato, mi è caduta mentre la mettevo a posto. Io non l’ho picchiato, mi è caduta e io ho detto ‘magari il bambino ha pensato che l’ho picchiato’ e basta. Non l’ho mai toccato questo bambino, l’ho cresciuto io, come faccio a fare del male a questa creatura? Era la mia vita e tutti lo sanno”, ha ribadito, escludendo anche che possa essere stata la compagna, la nonna di Ryan, che è intanto ancora ricoverato, ma in lenta ripresa.