Per superare l’impasse che regna sovrano all’interno del partito repubblicano americano scende in campo Donald Trump: il tycoon ha infatti esortato l’ala più conservatrice, di cui è massima espressione, a votare Kevin McCarthy per la nomina a nuovo speaker della Camera.

Proprio in questi istanti si sta svolgendo un nuovo scrutinio che precederà la votazione a stretto giro. Da capire se l’endorsement dell’ex presidente avrà effetto, altrimenti i lavori in Parlamento subiranno una nuova frenata.

Speaker Camera, Trump prova a fare da collante

Nella giornata di ieri i repubblicani hanno dunque mostrato le loro vulnerabilità, non riuscendo a superare le differenze interne. Quanto accaduto a McCarthy è infatti un unicum nella storia politica degli Usa: era dal 1934 che un candidato speaker alla camera non falliva tre chiamate, ecco dunque il motivo dell’intervento in tackle di Trump.

La situazione: McCarthy può contare sul sostegno dei 222 membri repubblicani della Camera, con il quorum per l’elezione fissato a 218. Al contempo, l’avversario democratico Hakim Jeffries (che in caso di elezione sarebbe il primo afroamericano nominato) ha ricevuto tutti i 212 voti dei membri democratici.

Sono circa una ventina i franchi tiratori, secondo cui McCarthy non sarebbe abbastanza conservatore per poter ricoprire una carica così prestigiosa: cinque di loro hanno dichiarato di aver problemi personali con il candidato. Altrettanti hanno votato per Andy Biggs, a cui si sommano altri nove membri che hanno scelto altre strade.

Nel suo post su Truth, Donald Trump ha richiamato a sé il gregge da buon pastore ricordando la priorità: “Serve votare Kevin per chiudere la questione, godersi la vittoria e mandare a casa Nancy Pelosi. Non trasformiamo un grande trionfo in una sconfitta umiliante e imbarazzante”.

Tutto questo teatrino arriva nel giorno in cui Ron DeSantis ha prestato giuramento come governatore della Florida per il suo secondo mandato. Vittorioso con il 59% dei voti, DeSantis è da tempo considerato l’avversario più credibile di Trump alle prossime elezioni, specialmente se il tycoon dovesse essere frenato dai guai giudiziari.