Terremoto Marche oggi è stato avvertito questo pomeriggio intorno alle 16.55. L’epicentro si trova nel Mar Adriatico, al largo della costa pesarese. Come riportato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l’ipocentro è stato registrato a 9 km di profondità. Non si segnalano al momento danni a cose o persone. La scossa di magnitudo 3.5 è stata chiaramente avvertita dalla popolazione. E’ l’ennesima scossa che si registra nel territorio marchigiano in questi mesi.
Terremoto Marche oggi, il bilancio dei danni
Oggi intorno alle 16.55 è stata registrata una scossa di terremoto di magnitudo 3.5 e profondità 9 km a Medio Adriatico, Romagna-Marche. Secondo la scala Richter l’evento sismico di magnitudo 3.5 è classificato come terremoto molto leggero. E’ stato avvertito ma non ci sono stati danni. Le segnalazioni sono state numerose. L’epicentro è stato individuato dai sismografi INGV al largo della costa di Fano, in mare ad una profondità di 9 km. Dopo qualche minuto si è verificata una nuova scossa. Anche questa è stata chiaramente avvertita dalla popolazione e registrata dai sismografi con lo stesso epicentro. Alle 17.38 si è registrata una scossa di minore entità, magnitudo 2.5, con epicentro a 22 chilometri da Fano e 28 da Pesaro, sempre a una profondità di 9 chilometri. La terza scossa non è stata sentita dalla popolazione. La magnitudo stimata è di 3.3. Durante il mese di dicembre, erano state registrate altre scosse di terremoto superiori alla magnitudo 3.0 nello stesso specchio di mare. Tra queste si segnalano la 3.3 alle 8.37 del 19 dicembre, una 3.4 alle 18.35 del 13 dicembre e una 3.0 alle 9.34 del 14 dicembre. La più recente risale alla notte di Capodanno. Il 9 novembre scorso lo sciame sismico aveva avuto due episodi forti che causarono danni agli immobili e persone sfollate tra le province di Pesaro e Ancona, soprattutto nel capoluogo regionale. In questa area lo sciame sismico sta proseguendo anche se con una frequenza minore rispetto alle scorse settimane. La Prefettura di Pesato sta monitorando la situazione.
Il parere dell’esperto
Il sismologo dell’INGV Carlo Meletti aveva escluso qualche mese fa un collegamento con il terremoto di Amatrice del 2016. Nel caso infatti dello sciame sismico nelle Marche, si registra una convergenza tra due placche: “Geograficamente possiamo considerarle aree vicine. Ma dal punto di vista geologico sono completamente diverse. Il sisma di Amatrice è avvenuto nell’Appennino ed era di tipo distensivo. Un fenomeno in cui la crosta si allarga, quando due placche si allontanano l’una dall’altra. In questo caso ci troviamo sui lembi più estremi dell’Appennino che avanzano al di sopra della placca adriatica. Qui il sisma è la conseguenza di un raccorciamento, una convergenza tra due placche”. Il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli aveva parlato di allerta alta. Gli esperti avevano messo in conto la possibilitò che la terra potesse tremare ancora ma avevano escluso la possibilità che potessero verificarsi eventi sismici di magnitudo più alta. Impossible fare invece previsioni sulla durata delle scosse: “Questo terremoto del 9 novembre è stato causato da un sistema di faglie che si trova nel mare Adriatico, sono faglie inverse, cioè faglie che causano l’accorciamento della crosta terrestre, come se l’Italia si avvicinasse alla Dalmazia dove avviene la stessa cosa con terremoti generati da faglie inverse. Sull’evoluzione del fenomeno è impossibile fare previsioni”, aveva dichiarato Gianluca Valensise, dirigente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Non è possibile stabilire, infatti, per quanto tempo ancora durerà lo sciame sismico e nemmeno se ci saranno altre scosse di grande intensità: “Le uniche armi vincenti che abbiamo sono la consapevolezza di essere in aree altamente sismiche, poi la conoscenza e la prevenzione”.