Comincia con una chiara presa di posizione il semestre alla presidenza Ue della Svezia: l’ambasciatore a Bruxelles Lars Danielsson ha dichiarato fermamente che “nessun patto europeo sui migranti sarà firmato prima dell’anno prossimo“.
Ora, non si può imputare molto a Stoccolma, se si considera che il tema immigrazione è sul tavolo dell’Eurocamera dal 2015 e che molte proposte si sono successivamente arenate in aula durante il Consiglio.
Da un punto vista cronologico, la Svezia assuma la presidenza dell’Unione a pochi mesi dalle elezioni politiche che hanno sancito la vittoria del centrodestra guidato da Ulf Kristersson, grazie anche all’appoggio dell‘estrema destra.
Svezia rigida sul dossier migranti: “Faremo il minimo sindacale”
Di conseguenza, si può facilmente intuire come questa scelta sia stata fatta per non inimicarsi l’alleato governativo. La Svezia, dunque, non darà un’accelerata sul tema migranti durante la presidenza semestrale Ue, pur asserendo che i lavori saranno portati avanti. Una sorta di patata bollente di cui Stoccolma non vuole assumersi alcuna responsabilità. Lo stesso Danielsson precisa che lui “si limita a comunicare le istruzioni ricevute dal governo centrale“.
La notizia viene pubblicata in esclusiva dal Financial Times, che negli ultimi giorni ha sganciato diverse indiscrezioni succose su argomenti di attualità. Stessa linea portata avanti da Christian Leffler, ex vicesegretario generale svedese del servizio estero dell’Ue, il quale puntualizza che “il programma sarà promosso attivamente ma con poco entusiasmo“. Comunque sia, la Svezia ha tra le mani il pallino del gioco e potrebbe attuare qualche forzatura nella calendarizzazione delle riunioni. Certamente aleggia un velo diffuso di malumore e preoccupazione per la linea svedese (con buona pace delle richieste italiane).
C’è attenzione anche su altri due macro temi che la presidenza svedese dovrà affrontare: la guerra in Ucraina, dove l’astio verso la Russia dovrebbe far prevalere le posizioni del sostegno militare prolungato, e il cambiamento climatico, su cui invece potrebbe esserci un ridimensionamento del fondo oggi composto da quasi 400 miliardi di euro.