Rafa Nadal e altri tennisti famosi potrebbero non essere gli unici in futuro a scartare Londra sulla loro agenda. Al momento, oltre un miliardo di affari va in fumo ogni anno a vantaggio di Olanda, Germania e Francia che a Schiphol, Francoforte e Charles de Gaulle dispongono di scali aeroportuali molto più attrezzati, i quali favoriscono rapporti commerciali con la Cina e il Brasile. La mancanza di contatti tra Londra e i mercati emergenti insomma potrebbe danneggiare i mercati britannici a lungo termine.
La nuova idea si chiama “Heathwick”, ovvero la fusione tra i due maggiori aeroporti londinesi, Heathrow e Gatwick. I voli annuali da e per il primo sono 480.000 (68 milioni di passeggeri), mentre nel caso del secondo 350.394 (33 milioni). Gatwick paradossalmente supera Heathrow nel numero delle destinazioni, 200 contro 180. Merito anche di easyJet che però, nel piano del futuro, verrebbe invitata a spostarsi in via definitiva solo a Stansted.
Un treno ad alta velocità da 5 miliardi di sterline collegherebbe i due aeroporti in soli 15 minuti, passando per lo più sotto terra lungo il percorso della M25 (l’equivalente del GRA romano). Sarebbe la soluzione più rapida ed conomica per evitare di costruire un quinto scalo aeroportuale nei pressi dell’estuario del Tamigi. Heathwick consentirebbe di risparmiare 50 miliardi.
Come tutti i sogni però, la realtà si mette sempre di mezzo. Al momento infatti ci sono degli ostacoli insormontabili: innanzitutto quello dei contribuenti che stanno già finanziando il progetto della Crossrail (2 miliardi all’anno), un doppio tunnel che attraverserà la città con 24 treni all’ora, ma che non sarà pronto fino al 2018. Il percorso del treno ad alta velocità peraltro passerebbe proprio in mezzo a Runnymede&Weybridge, zona del Surrey rappresentata dal parlamentare Philip Hammond, già ai ferri corti con il Governo per la questione del nuovo treno ad alta velocità che porterà a Birmingham in meno di un’ora e a Liverpool e Manchester in meno di due. Ma che passerà per altri territori dei Tories.
Non basta perché, dopo la cessione due anni fa di Gatwick alla Global Infrastructure Partners da parte della BAA, che al momento mantiene il controllo su Heathrow, la situazione si è complicata. Tanto che ora Gatwick si è detta favorevole e aperta al dialogo su una possibile soluzione, mentre la BAA (che, oltre a 6 aeroporti britannici possiede anche quello di Capodichino) è molto meno possibilista.
Federico Farcomeni