Ultima Generazione, il gruppo di attivisti protagonista del blitz al Senato di lunedì scorso, ha annunciato sui propri canali di aver indetto un presidio davanti al Tribunale di Milano il prossimo 10 gennaio. L’occasione non fa tuttavia riferimento all’episodio di Palazzo Madama, bensì al fermo di Simone Ficicchia: militante 20enne fermato dalle forze dell’ordine mentre lasciava l’hotel in cui alloggiava per recarsi negli studi Rai.

Il ragazzo è stato infatti convocato per quella data, quando dovrà comparire davanti a un giudice su richiesta avanzata in prima istanza dalla Questura di Pavia (dove il 20enne risiede). Ecco dunque che i leader del movimento hanno chiamato a raccolta i propri fedeli per manifestare solidarietà verso il loro compagno.

Presidio Ultima Generazione 10 gennaio, solidarietà al 20enne

Presidio Ultima Generazione 10 gennaio, quali sono i motivi dietro a questa decisione.

Se da un lato il gruppo si fa beffe del mondo politico per il suo lassismo nei confronti dei danni provocati dal cambiamento climatico, dall’altro protesta contro quelle che ritiene persecuzioni verso gli attivisti. Secondo quanto riferito dai portavoce, sul caso di Simone Ficicchia è in discussione l’eventuale applicazione di misure di sorveglianza speciali, “in cui si chiede di applicare il codice nato per mafiosi, terroristi e malavitosi.

I vertici si chiedono poi quale sia il ruolo del 20enne lombardo, dal momento che non ha nemmeno partecipato attivamente al blitz in Senato. Pare infatti che il ragazzo si dovesse recare negli studi Rai per partecipare alla trasmissione Agorà in onda su Rai3, prima che alcune guardie lo fermassero lungo il tragitto.

In maniera molto orizzontale e democratica, lo stesso Ficicchia ha raccontato l’accaduto tramite i canali social di Ultima Generazione. Mostrando una visione analoga a quella dei tre ragazzi denunciati per danneggiamento, protestare per porre l’attenzione sul cambiamento climatico vale più di qualsiasi denuncia o persecuzione giudiziaria. Il 20enne ha parlato di “Stato criminale“, di “repressione assurda e sproporzionata“, sottolineando che comunque vada, le manifestazioni pacifiche sono state una vittoria collettiva.