Attivisti per il clima Parigi: dopo i fatti di Roma, dove un gruppo di manifestanti di Ultima Generazione negli scorsi giorni ha preso di mira il Palazzo del Senato, imbrattandolo, è stata ora la volta della ville lumière. Alcuni attivisti per il clima del movimento Dernière Rénovation avrebbero infatti lanciato della vernice arancione sulla facciata d’ingresso di Palazzo Matignon, sede del Governo francese.
Attivisti per il clima Parigi: l’azione contro Palazzo Matignon
Quella di Parigi è solo l’ultima di una serie di azioni di protesta che i movimenti di tutta Europa stanno portando avanti per accendere i riflettori sull’emergenza climatica. Negli scorsi mesi si è assistito, in effetti, a diversi blocchi stradali, soprattutto nella città di Roma, nonché a numerosi attacchi contro il patrimonio artistico-culturale (si pensi a Van Gogh e Monet, tra gli altri), con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema, quello dell’ambiente che, secondo gli attivisti, non può più essere tralasciato. È quello che chiedono anche i manifestanti del movimento Dernière Rénovation che, nella giornata di oggi, hanno attaccato la facciata d’ingresso di Palazzo Matignon, sede del Governo francese, mentre il presidente Macron riuniva il primo Consiglio dei ministri del 2023.
Stando a quanto riportato dai media locali, la polizia francese avrebbe arrestato due persone, due ragazzi tra i 20 e i 22 anni di età, i quali indossavano una maglietta con la scritta: “Chi è colpevole?”. Scopo della protesta era quello di mettere in guardia sulle conseguenze del riscaldamento globale e allertare il primo ministro, Elisabeth Borne, denunciando “l’inerzia climatica del governo”. È stato lo stesso gruppo ambientalista a rivendicare l’azione e a spiegarne le motivazioni, sul suo profilo Twitter. “Due cittadini che sostengono Dernière Rénovation – si legge nel tweet – hanno gettato della vernice spray contro Matignon. Sono entrati nella resistenza per costringere ad agire un governo doppiamente condannato dalla giustizia francese”.
Sembra infatti che l’esecutivo avesse tempo fino al 31 dicembre scorso per dimostrare il suo impegno a favore dell’ambiente, dopo che il tribunale amministrativo di Parigi aveva dichiarato colpevole lo Stato per aver derogato ai suoi obiettivi di lotta al riscaldamento globale. Solo due giorni fa, in Italia alcuni manifestanti di Ultima Generazione avevano portato avanti un’azione di protesta simile, lanciando della vernice sulla facciata di Palazzo Madama, sede del Senato a Roma. I tre attivisti coinvolti erano stati arrestati, dopo il blitz, con l’accusa di danneggiamento aggravato, per poi essere rilasciati dopo qualche ora. “Alla base del gesto – spiegavano in una nota -, la disperazione che deriva dal susseguirsi di statistiche e dati sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico, ormai già iniziato, e il disinteresse del mondo politico di fronte a quello che si prospetta come il più grande genocidio della storia dell’umanità”.
“Nel 2022, gli eventi climatici estremi sono aumentati del 55% provocando miliardi di danni e 29 morti. Nel 2021, il governo italiano ha destinato oltre 48 miliardi di investimenti pubblici ai combustibili fossili, molto più di quello che destinano alla transizioni verso fonti pulite e alla salute dei cittadini – avevano dichiarato gli attivisti italiani, chiedendosi cosa ci si potesse aspettare per il 2023 -. Per questo oggi abbiamo sanzionato il Senato. La vernice arancione servirà a ricordare ai passanti che lì dentro vivono i colpevoli e i responsabili di molti morti e disgrazie”. Da parte del mondo politico, la condanna è stata unanime. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha sottolineato che non esiste “nessun alibi, nessuna giustificazione per un atto che offende tutte le istituzioni”, mentre il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha fatto sapere di essere disponibile ad aumentare il livello di sicurezza dell’edificio che, a differenza di altri, non ha attorno a sé un’area di sicurezza.