Covid, Burioni torna a invocare i vaccini nella lotta alla pandemia. Poche ore fa, il virologo ha pubblicato un post su Twitter nel quale ammette che chi è immune si può infettare, ma diventa meno contagioso. E allega l’ultima pubblicazione del 2 gennaio scorso di Nature relativa a uno studio dal titolo “Infectiousness of SARS-CoV-2 breakthrough infections and reinfections during the Omicron wave”, ovvero di un report sulla probabilità di infezione e reinfezione degli individui già infettati e soggetti vaccinati. Lo studio determina, pertanto, l’impatto della vaccinazione, comprese le dosi di richiamo, e il rischio di trasmettere l’infezione se si è già stati infetti da variante Omicron. L’obiettivo finale è quello di comprendere le dinamiche di trasmissione delle varianti e quale incidenza possa avere l’ambiente nel quale gli individui sono inseriti. Infine, Burioni invita nuovamente la popolazione a vaccinari: “Non fate i cinesi, vaccinatevi!”.
Covid, Burioni parla di vaccini e di rischio contagio di vaccinati e individui già infettati
Per Burioni, chi ha già sviluppato l’infezione da Covid oppure è vaccinato, si può reinfettare, ma è meno contagioso rispetto a un individuo che non è né vaccinato e nemmeno ha già sviluppato l’infezione. “Massima riduzione infettività con i richiami e con vaccino e infezione” è infatti quanto scrive il virologo su Twitter proprio a sottolineare la differente pericolosità rispetto all’infezione. “Una comunità vaccinata torna prima alla normalità. Non fate i cinesi, vaccinatevi!” è quindi la chiusura del post richiamando il cambio di scenario internazionale sulla pandemia di questi ultimi giorni dopo i dati provenienti dalla Cina e il gran numero delle infezioni. Il post di Burioni trae origine dall’ultima pubblicazione di Nature in relazione alle infezioni da coronavirus e delle sindromi respiratorie gravi in individui vaccinati, nonché le reinfezioni da individui che, in precedenza, erano già stati infettati dalla Sars-Cov-2. Lo studio mette in evidenza la necessità di comprendere il contributo della vaccinazione, includendo anche le dosi di richiamo, e l’immunità naturale all’infettività delle persone con infezioni da Sars-Cov-2, specialmente nelle popolazioni ad alto rischio di trasmissione. Infatti, lo studio è stato condotto in 35 carceri statali della California, osservando le infezioni verificatesi da dicembre 2021 a maggio 2022 quando era in circolo la variante Omicron (e le relative sottovarianti BA.1 e BA.2).
Qual è il rischio di reinfettarsi?
I dati definitivi della ricerca sulle infezioni di Covid mostrano che, in una popolazione a prevalenza maschile (97%), i non vaccinati presentano un rischio del 36% di trasmissione dell’infezione a contatti stretti, rispetto al rischio ridotto al 28% dei e tra vaccinati. Numeri in ogni caso più alti rispetto ad altre infezioni e vaccinazioni, differenti dal Covid: il rischio che un individuo vaccinato per qualsiasi altra infezione possa trasmettere l’infezione stessa si riduce del 22%; se l’individuo non è vaccinato ma ha già contratto l’infezione in passato, il rischio scende del 23%; infine, se l’individuo è vaccinato e in passato ha già contratto l’infezione, il rischio quasi si dimezza, attestandosi sul 40%. Dallo studio, Nature conclude che le dosi di vaccino e di richiamo hanno ulteriormente ridotto l’infettività individui vaccinati. I risultati suggeriscono che, sebbene gli individui vaccinati e/o precedentemente infetti rimangano altamente infettivi dopo l’infezione da Sars-Cov-2 in un ambiente a stretto contatto come può essere quello carcerario, la loro infettività si riduce rispetto ad altri individui che non si sono mai vaccinati o non abbiamo mai contratto il coronavirus. Lo studio si conclude, pertanto, elencando i vantaggio della vaccinazione per ridurre, anche se non eliminare del tutto, il rischio di trasmissione.