Tra Milano e Agrigento, i carabinieri del comando provinciale del capoluogo lombardo hanno arrestato 5 giovani, tutti italiani, tra i 18 e i 20 anni, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, dei reati di incendio doloso e danneggiamento aggravato ai danni di una pasticceria di Milano vicino a piazzale Piola avvenuto lo scorso 19 Ottobre.

I 5 giovani sono stati fermati prima che potessero colpire un’altra volta, il prossimo colpo difatti era già in preparazione.

Le indagini dei Carabinieri del nucleo Investigativo di Milano, sono scattate subito dopo l’incendio doloso dello scorso Ottobre e hanno permesso di ricostruire le responsabilità di una gang di cinque giovani, tutti italiani, in merito all’ultimo e più devastante attentato incendiario ai danni della pasticceria di via Bazzini, oggetto già di altri due episodi analoghi nei mesi precedenti. Il primo era avvenuto il 31 Luglio, quando qualcuno aveva tagliato la saracinesca, sempre con un flessibile, e aveva appiccato un rogo che aveva causato danni alla vetrina. Il secondo il 1 Ottobre, con un altro incendio che aveva annerito la saracinesca, il balcone al primo piano dello stabile e distrutto la tenda del locale.

I carabinieri, coordinati dalla dda di Milano, hanno affiancato alle indagini tradizionali anche attività tecniche e lo studio dei social network. Il lavoro dei militari, guidati da Antonio Coppola e Cataldo Pantaleo, è partito dalle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza la sera del rogo, da cui è stato possibile isolare 5 “ignoti”.

Dal video hanno accertato che all’1.30 del 19 Ottobre i 5 soggetti, uno dei quali è impiegato proprio presso la pasticceria, dopo aver tagliato la saracinesca con un flessibile, hanno versato all’interno del locale una grande quantità di liquido infiammabile. Appiccate le fiamme, l’incendio ha devastato l’esercizio commerciale mentre gli autori si davano alla fuga a bordo di un’auto a noleggio.

I militari hanno anche accertato che la banda si stava attrezzando per programmare un altro raid con le stesse modalità. Durante le perquisizioni eseguite Martedì mattina nei confronti dei cinque arrestati e di altri tre soggetti, indirettamente coinvolti nella vicenda, sono stati rinvenuti i vestiti e il flessibile utilizzati durante l’episodio incendiario, nonché circa 15 grammi di cocaina suddivisa in dosi, circa 45 grammi di hashish e materiale per il taglio e il confezionamento della droga, nella disponibilità di un fiancheggiatore della gang. Una pistola scacciacani senza il tappo rosso, inoltre, è stata trovata in casa di uno degli indagati.

I cinque arrestati sono stati portati nelle carceri di San Vittore a Milano e ad Agrigento.

Milano incendio doloso in una pasticceria: “Criminali pagati”

Il gip Anna Magelli nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dei cinque giovani ha scritto che nonostante la “giovanissima età gli individui hanno dimostrato un elevato grado di professionalità criminale” e si sono prestati a “fungere da longa manus” di mandanti allo stato “ignoti” in cambio di “qualche centinaio di euro”.

Un dettaglio che testimonia la “allarmante pericolosità sociale degli indagati”, evidenziata sopratutto dalla “palesata disponibilità degli stessi a ricevere incarichi in cambio di somme di denaro” certamente non notevoli dei baby banditi al servizio di altri.

Come si legge nel provvedimento, eseguito nell’inchiesta dei carabinieri, coordinata dal pm Stefano Civardi, tre degli arrestati, Dennis Picarella, Bruno Carlo Affinito e Marco Stilo, il 28 Dicembre scorso stavano “pianificando, tramite lo scambio di messaggi dal contenuto quanto mai esplicito” su WhatsApp, “un nuovo attentato incendiario verosimilmente ai danni della medesima pasticceria”. Picarella scriveva: “Ma andiamo?” e Affinito rispondeva: “Abbiamo attrezzi? E personale?”. Arrestati anche Claudio Russo Introito e Davide Ventura.

Tra gli elementi agli atti dell’indagine anche le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona da cui è emerso che uno dei componenti della banda, quello “che ha appiccato materialmente l’incendio”, indossava una tuta della Juve. Tuta, si legge, “identica a quella indossata da Stilo Marco in una fotografia dallo stesso postata su un profilo social”.