La Direttrice Tecnica della Nazionale Italiana di ginnastica ritmica Emanuela Maccarani e la sua assistente Olga Tishina sono state deferite dalla Procura Federale della Federazione Ginnastica d’Italia per un inchiesta su presunti maltrattamenti che sarebbero stati subiti da alcune atlete.
Le audizioni, iniziate presso l’Accademia di Desio lo scorso 30 ottobre e terminate il 29 dicembre, sono arrivate in seguito alle denunce di alcune ex ginnaste e il provvedimento dalla Procura Federale della Federazione Ginnastica d’Italia è in anticipo rispetto alla giustizia ordinaria.
Le due sono anche indagate dalla Procura di Monza, dove si è ancora nelle indagini preliminari.
La Procura Federale si è così pronunciata:
Dopo aver ascoltato tutti i soggetti che a vario titolo hanno frequentato la struttura di Desio negli ultimi cinque anni, si contesta alla Maccarani e all’assistente la violazione dell’art. 2 del regolamento di Giustizia e Disciplina, in relazione all’art.7 del Codice Etico FGI e all’art.2 del Codice di Comportamento Sportivo del Coni. In particolare, l’addebito nei loro confronti è quello di aver adottato, nel periodo compreso fino all’estate 2020, metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità, ponendo in essere pressioni psicologiche e provocando in alcune ginnaste l’insorgere di disturbi alimentari e psicologici.
Ci sono ora venti giorni per i legali delle parti per presentare una linea difensiva e richiedere di essere ascoltate.
La condanna, nel caso fosse confermata, può risolversi in un’ammonizione, un’ammenda, una sospensione da quindici giorni a due anni, la radiazione.
Al momento la Maccagni e la Tishina rimangono alla guida delle Farfalle, la cui stagione agonistica inizierà in primavera.
Anche per contrastare i maltrattamenti nella ginnastica e nello sport Giovanni Malagò, con il procuratore di Milano Marcello Viola e quello generale dello sport Ugo Taucer, hanno trovato un accordo e l’11 gennaio firmeranno un documento con l’intento di coordinare “le rispettive attività nei procedimenti e scambiarsi le informazioni utili sui casi di violenza contro la persona commessi da tesserati nell’ambito sportivo, come, ad esempio, nelle ormai note vicende di presunti maltrattamenti sulle ginnaste”.
L’accordo ha l’obiettivo di regolare e far collaborare i procedimenti di natura penale e disciplinare sportivo, come spiegato dalla Procura di Milano.
Una diversità che pone infatti l’esigenza di definire procedure standardizzate di condivisione delle informazioni nella cornice normativa, nazionale e internazionale, sulla protezione dei soggetti vulnerabili rimasti vittime di reato.