Fabrizio Pregliasco predica attenzione sulla nuova sottovariante del Covid, denominata ‘Kraken‘. Intervenuto all’Adnkronos Salute, il virologo dell’università di Milano ha parlato della nuova forma Xbb1.5 che sembra essersi sviluppata in Occidente. Una sottovariante che è diventata in poco tempo l’osservata numero uno da parte di virologi ed epidemiologi di tutto il mondo dopo la variante Gryphon.

Dobbiamo considerare che il coronavirus ha una ampissima variabilità e una tendenza evolutiva a fare di tutto per continuare il suo ‘sporco mestiere’ che è quello di contagiare il più possibile. Per questo dobbiamo continuare nella sorveglianza virologica che in Italia si fa poco. Anche l’allerta d’interesse su ‘Kraken’, la sottovariante Covid Xbb1.5, ci dice che dobbiamo essere attenti. Ci sono segnali che arrivano dagli Usa che indicano una maggiore capacità di contagio anche rispetto a chi ha l’immunità ibrida, quindi è in grado di reinfettare.

Covid, cos’è la “sottovariante Kraken”: il parere degli esperti

In mancanza di un corretto isolamento, Kraken potrebbe “destare preoccupazione nel 2023” anche in Europa, dopo aver avuto origine negli Stati Uniti: proprio negli Usa il numero di casi sarebbe “raddoppiato in una settimana”. A lanciare l’allarme è stato l’epidemiologo statunitense Eric Feigl-Ding, che nei giorni scorsi ha condiviso alcune informazioni a sua disposizione su Twitter.

Secondo quanto riportato dall’epidemiologo, Kraken sarebbe “più immunoevasiva e più efficace nell’infettare rispetto ad altre sottovarianti di Omicron”: “non vedevamo una crescita così rapida di casi dall’arrivo di Omicron Ba.1 un anno fa”. Il primo caso della nuova sottovariante sarebbe stato rilevato nell’area di New York, ad ottobre 2022.

Una nuova minaccia che preoccupa, ma che a detta di Pregliasco non deve ancora creare allarmismi in mancanza di dati chiari sul lungo periodo.

Il lato positivo è che queste mutazioni non seguono un disegno scientifico del virus ma sono inciampi e per ora non abbiamo mai avuto varianti più patogene rispetto a Omicron. ‘Kraken’ potrebbe avere una immunoevasività più alta ma occorre aspettare dati più definitivi.

La versione dell’Oms

Nel pomeriggio poi è arrivato il comunicato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha voluto chiarire il quadro della situazione nel corso della conferenza stampa a Ginevra attraverso le parole del codirettore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus. Nel suo intervento, quest’ultimo ha affermato:

Fuori dalla Cina una delle sottovarianti di Omicron, Xbb.1.5, ribattezzata Kraken, originariamente rilevata nell’ottobre 2022, è in aumento negli Stati Uniti e in Europa ed è stata identificata ora in più di 25 Paesi. L’Oms sta seguendo da vicino e valutando il rischio di questa sottovariante. Ora entriamo nel quarto anno della pandemia ma il mondo è in una situazione migliore rispetto agli anni passati grazie alla gestione delle cure, ai vaccini e ai trattamenti. Per la maggior parte del 2022 il Covid è stato in declino.

Insomma, un modo per render noto che la situazione è costantemente monitorata e nonostante gli ultimi sviluppi non c’è necessità di allarmismo. Stando alle parole di Tedros Adhanom Ghebreyesus, infatti, la campagna vaccinale ha dato una grossa mano alla sanità mondiale nella lotta alla pandemia che ha scosso tutti negli anni passati.