All’inizio dell’udienza di oggi, mercoledì 4 gennaio, alla vigilia del funerale del pontefice emerito Benedetto XVI, Papa Francesco ha voluto dedicare un pensiero a Joseph Ratzinger. Accolte da un applauso da parte dei partecipanti all’udienza, le parole di Bergoglio hanno reso omaggio ad “un grande maestro di catechesi”.

Il suo pensiero acuto e garbato non è stato autoreferenziale, ma ecclesiale, perché sempre ha voluto accompagnarci all’incontro con Gesù. Gesù, il Crocifisso risorto, il Vivente e il Signore, è stata la meta a cui Papa Benedetto ci ha condotto, prendendoci per mano. Ci aiuti a riscoprire in Cristo la gioia di credere e la speranza di vivere.

Nel suo appello ai fedeli, Francesco ha voluto ricordare il valore della fragilità, considerata dal Papa “la nostra vera ricchezza, che dobbiamo imparare a rispettare e ad accogliere”.

La fragilità è, in realtà, la nostra vera ricchezza, perché, quando viene offerta a Dio, ci rende capaci di tenerezza, di misericordia, di amore. Chi non l’ha è freddo e “autoritario”: la fragilità ci rende umani. Non a caso, la prima delle tre tentazioni di Gesù nel deserto – quella legata alla fame – cerca di rubarci la fragilità, presentandocela come un male di cui sbarazzarsi, un impedimento a essere come Dio. E invece è il nostro tesoro più prezioso: infatti Dio, per renderci simili a Lui, ha voluto condividere fino in fondo proprio la nostra fragilità.

Papa Francesco durante il ricordo di Ratzinger: “Chi crede non è mai solo”

Dopo aver esortato “a perseverare nella vicinanza affettuosa e solidale con il martoriato popolo ucraino che tanto continua a soffrire”, il vescovo di Roma rivolge un pensiero a chi nelle difficoltà di tutti i giorni rischia di smarrire la propria via.

Quante volte nei momenti bui, ci viene in mente ‘Ho sbagliato tutto’, ‘non valgo niente’, ‘nessuno mi capisce’, ‘non ce la farò mai’, ‘sono destinato al fallimento’, e così via. Pensieri falsi e velenosi, che il confronto con l’altro aiuta a smascherare, così che possiamo sentirci amati e stimati dal Signore per come siamo, capaci di fare cose buone per Lui. Scopriamo con sorpresa modi differenti di vedere le cose, segnali di bene da sempre presenti in noi.

Una chiosa finale è dedicata ad una citazione delle parole utilizzate da Ratzinger: “chi crede non è mai solo”.

Vi saluto con le parole del nostro caro scomparso Benedetto: chi ha Dio come padre ha molti fratelli e sorelle.