I funzionari del porto di Taranto hanno documentato l’approdo della nave Geo Barents della onlus Medici senza frontiere. Si tratta della prima nave di una Ong ad aver operato un salvataggio dopo l’entrata in vigore del decreto rivolto alle Organizzazioni non governative, che stabilisce un nuovo codice di condotta sui salvataggi in mare. Nel dettaglio, il nuovo provvedimento prevede sanzioni fino a 50mila euro in caso di violazione delle norme introdotte, oltre al sequestro o anche la confisca in caso di reiterazione.
Al loro sbarco, i richiedenti asilo vengono accolti da un dispositivo di accoglienza, allestito per l’occasione nel porto tarantino. Tra le “condizioni” introdotte dal decreto c’è quella di “avviare tempestivamente iniziative volte a informare le persone prese a bordo della possibilità di richiedere la protezione internazionale e, in caso di interesse, a raccogliere i dati rilevanti da mettere a disposizione delle autorità”. In questo modo la domanda di ospitalità viene indirizzata direttamente al Paese di cui la nave batte bandiera.
Approdo nave Geo Barents a Taranto, a bordo 85 migranti
A bordo della Geo Barents c’erano 85 migranti, tra cui nove minori non accompagnati, il cui sbarco è cominciato nella mattina di oggi, mercoledì 4 gennaio. Il primo salvataggio della nave, compiuto su richiesta del Coordinamento del soccorso marittimo, aveva permesso di recuperare 41 persone. Poi in un successivo trasbordo da una nave mercantile sono saliti sulla Geo Barents altri 44 migranti, sempre su richiesta delle autorità italiane. Un ragazzo presente a bordo ha raccontato ai soccorritori di aver assistito all’omicidio di persone che non avevano i soldi necessari a pagare il viaggio.
Dal porto di Taranto ha parlato Juan Matias Gil, capo missione di Medici senza frontiere, che ha sottolineato come i soccorsi siano stati “chiesti e coordinati dalle autorità italiane”, escludendo qualsiasi ragione per il sequestro e per qualsiasi tipo di sanzione.
Escludiamo il sequestro della Geo Barents, non c’è un motivo valido. Noi stiamo spendendo più soldi in legali che nella ricerca e soccorso. È un paradosso, è ridicolo. Noi stiamo salvando vite e stiamo consultando i legali per contestare ogni misura, ogni nuova regola per vedere se questo è in linea con la normativa, anche internazionale.
Dopo aver rassicurato sulle “buone condizioni” dei migranti, Juan Matias Gil ha confermato di aver “fornito loro le informazioni su quali sono i loro diritti”.
Da 4-5 anni raccogliamo i racconti di storie di chi ci dice di aver visto persone uccise dai trafficanti in Libia solo perché non erano in grado di pagare il viaggio. In ogni missione che facciamo ci sono questi racconti. Lì ci sono violenze organizzate.
Migranti, Meloni sul codice di condotta delle Ong: “Finita l’Italia che fa finta di non vedere”
Nei giorni scorsi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni era tornata a parlare del provvedimento in un post su Instagram.
È finita l’Italia che si accanisce con chi rispetta le regole e fa finta di non vedere chi le viola sistematicamente.
Il diritto internazionale, ha aggiunto la premier, “non prevede che ci sia qualcuno che può fare il traghetto nel Mediterraneo o in qualsiasi altro mare e fare la spola per trasferire gente da una nazione all’altra”.