Stalking a una collega durante la notte, disturbo all’intera famiglia della vittima e fonte di stress e ansia. Sono queste alcune delle accuse mosse a una donna autrice di stalking verso una sua collega di lavoro. Succede a Milano, in uno dei tanti posti di lavoro del capoluogo meneghino. La donna autrice di stalking, nel corso del tempo, si è resa protagonista di alcuni episodi spiacevoli, come le telefonate alla collega nel cuore della notte con tante di pernacchie verso il mittente. Per questi e altri motivi ora la donna autrice di queste telefonate dovrà risarcire alla vittima la cifra di 41mila euro.

La donna condannata per molestie, quando si è trovata a testimoniare davanti al giudice, non ha tuttavia nascosto il motivo per il quale insisteva con telefonate e pressioni costanti: “Avevo un’antipatia per piccole incomprensioni lavorative. Riattaccavo dopo che alzavano la cornetta e poi ho iniziato a fare anche pernacchie”. Tutto raccontato davanti al giudice, che non ha potuto far altro che condannare economicamente l’autrice delle telefonate andate avanti per molto tempo, per circa tre anni.

Lo stalking alla collega è andato avanti dal febbraio 2006 a settembre 2009, per stessa ammissione dell’imputata, condannata anche per lesioni personali dolose. La donna, secondo La Repubblica, inizialmente ha provato a discolparsi, ma alla fine è dovuta cadere davanti all’evidenza dei tabulati telefonici. E’ bastato controllare rapidamente lo schema delle telefonate per risalire alle responsabilità della vicina di casa della donna vittima di stalking e per comminare all’autrice degli “scherzi” la cifra che sfiora i 40mila euro.

Stalking a una collega: ecco cosa si intende

Il caso di Milano rientra perfettamente nella definizione di stalking, invalsa nella prassi anche dal punto di vista giurisprudenziale. Lo stalking, o molestia psicologica, è un comportamento persistente e invadente che viene messo in atto da un individuo nei confronti di un’altra persona, con lo scopo di causare angoscia o paura. Nel contesto lavorativo, lo stalking può essere diretto verso una collega di lavoro e può assumere diverse forme, come ad esempio quella delle telefonate costanti e assidue anche in orari notturni, come in questo caso.

Possiamo dire che, nel caso di Milano, si sono unite due delle principali sintomatologie di stalking: da una parte abbiamo contatti frequenti e indesiderati: il molestatore manda messaggi, e-mail o telefona in modo insistente e reiterato alla vittima, anche quando quest’ultima non risponde o chiede di essere lasciata in pace. Dall’altra una delle componenti principali, la minaccia. Questa avviene quando il molestatore minaccia la vittima, anche in modo implicito, di conseguenze negative se non acconsente ai suoi desideri.