Terminata la prima fase obbligatoria del governo, quella del PNRR e dell’approvazione della legge di bilancio cominciano i distinguo tra i partiti della maggioranza. “Adesso si vedrà di che pasta è fatta la leadership di Giorgia Meloni” spiega un big di centrodestra. Insomma, il bello viene adesso, bisognerà navigare in mare aperto senza percorsi prestabiliti e con il rischio di una recessione economica alle porte.
Importanti distinguo cominciano ad esserci anche sul futuro della coalizione di centrodestra. Forza Italia e Lega non hanno dubbi: solo il partito unico garantirebbe stabilità, realizzando pienamente il bipolarismo italiano. Prospettiva che però non piace per niente al partito di Giorgia Meloni, che da tempo ricorda agli alleati come il contenitore dei conservatori nel nostro Paese ci sia già, addirittura da dieci anni, e si chiami Fratelli d’Italia. Un dibattito che va avanti da tempo, ma che oggi ritorna prepotentemente alla ribalta, sulla spinta delle parole di Silvio Berlusconi che, in una recente intervista ha tracciato la rotta del centrodestra per il prossimo anno.
A rendere ancora più stringente e rilevante questo confronto il fatto che, stavolta, non si tratta di un tema accademico ma di ridefinire la formula politica dell’attuale maggioranza di governo a poche settimane dal trionfo elettorale di Giorgia Meloni. Un asse, questo tra azzurri e leghisti – quello che una volta si chiamava “centrodestra di governo” – che se si dovesse saldare ulteriormente rischia di rappresentare una potenziale minaccia alla leadership meloniana. Da giorni la pancia del partito azzurro, stanca dei continui contatti tra FdI e il Terzo Polo, chiede alla premier una sorta di “predellino due”, una mossa per definire al meglio i confini della coalizione. Sentimento a cui oggi, invece, Silvio Berlusconi vuole dare piena rappresentazione. Quello di grande partito conservatore, dice Berlusconi “è un mio antico sogno, fin dal 1994. Sarebbe un passo importante verso il compimento della democrazia bipolare in Italia. Qualcosa di simile al Partito repubblicano negli Stati Uniti, quello di Lincoln e di Eisenhower, di Reagan e di Bush. Un partito plurale, al cui interno le idee liberali, cristiane e garantiste, che noi rappresentiamo, dovrebberol avere un ruolo fondamentale”.
Perfettamente d’accordo Matteo Salvini. “Come Lega – spiega un colonnello del partito – ascoltiamo con attenzione tutte le proposte degli alleati e ricordiamo di essere sempre stati i primi sostenitori del centrodestra unito in Italia e in Europa. Salvini – aggiunge – aveva già lanciato l’idea del Partito repubblicano”. Forza Italia, fa quadrato attorno al suo Presidente. Per la capogruppo al Senato, Licia Ronzulli, quella del Cavaliere “è l’unica rotta da seguire”. Anche il presidente dei deputati, Alessandro Cattaneo, ritiene che questa proposta “anticipa il futuro”. Fratelli d’Italia però non ne vuole sapere. Fonti di Via della Scrofa escludono che tutto ciò possa accadere, ribadendo che “Il grande partito conservatore esiste già e la pluralità di voci in armonia è un punto di forza del centrodestra”. Ma Forza Italia insiste. Il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, senza citare FdI, esorta ad avere “umiltà e coraggio”. “Senza queste – aggiunge – rimane l’illusione di una autosufficienza, oggi di un partito e domani di un altro, che la recente storia politica ha già insegnato quanto sia in realtà un vicolo cieco”.