Dai dati diffusi dall’osservatorio economico infoMercatiEsteri, curato dal Ministero degli Esteri italiano, l’export del bel-paese verso Doha nel 2021 è stimato a poco più di 2 milioni di euro mentre, nei primi nove mesi del 2022, è stato già superato il dato che si riferisce all’anno precedente. Un mercato florido, sia per il commercio italiano sia per il Qatar; con l’emirato del Medio Oriente che si conferma essere uno dei principali fornitori di gas naturale liquefatto (GNL).
Con un PIL in forte espansione, che nel 2022 è stato stimato dalla banca mondiale intorno al 4.9%, il Qatar è una delle economie mondiali che sta crescendo più rapidamente. Dalle stime, della banca mondiale, si prevede una crescita importante del PIL dell’emirato del Medio Oriente anche nel biennio 2023 / 2024, con valori rispettivamente del 4.5% e 4.4%.
Con ampie riserve petrolifere e di gas naturale, che collocano il Qatar sullo scacchiere mondiale in una posizione strategica, l’economia di Doha può contare su una vasta rete di scambi commerciali internazionali.
Scambi commerciali tra Italia e Qatar, i numeri dell’import / export
Negli ultimi anni, i dati che si riferiscono all’export italiano verso il Qatar, indicano una tendenza verso la crescita:
Anno: Totale (mln.€)
2019 1.384,47
2020 1.050,28
2021 2.007,44
2022 (gennaio-settembre) 2.149,73
Fonte: InfoMercati esteri
Seppur con una lieve flessione nell’anno 2020, nel quale la contrazione economica, dovuta alla pandemia da Covid-19 ha penalizzato svariati mercati internazionali, negli anni successivi l’export italiano verso Doha è tornato a crescere. Dai prodotti per l’agricoltura all’abbigliamento, passando per macchinari e apparecchiature per le lavorazioni industriali fino all’arredamento, la produzione manifatturiera italiana si dimostra particolarmente gradita per gli acquirenti dell’emirato del Medio Oriente.
Analizzando i dati forniti dall’osservatorio infoMercati esteri, del ministero degli steri italiano, si deduce che nell’anno 2021 i mezzi di trasporto come navi, locomotive, aeromobili e mezzi militari siano stati i prodotti più esportati dall’Italia verso il Qatar con un giro d’affari stimato a circa 520 milioni di euro. Nello stesso anno, i prodotti in metallo occupano il secondo gradino del podio con 331,02 milioni di euro in esportazioni. A completare la classifica delle prime tre posizioni, sul gradino più basso del podio dell’Export italiano verso il Qatar, si collocano le esportazioni di macchinari e apparecchiature, con un valore stimato di 306,38 milioni di euro.
Anche l’import italiano dal Qatar ha subito negli anni una crescita importante:
Anno: Totale (mln.€)
2019 1.343,3
2020 1.024,86
2021 2.049,1
2022 (gennaio-settembre) 3.705,87
Fonte: InfoMercati esteri
L’analisi condotta da infoMercati conferma come il Qatar per l’Italia rappresenta un fornitore stabile, ritenuto affidabile, per le materie prime da miniere e cave con 1.836,6 milioni di euro d’import registrato nel 2021. Anche le cifre in ballo per la fornitura energetica, in petrolio e carbone, stimata a 64,31 milioni di euro, dimostrano lo stretto rapporto commerciale tra i due paesi.
Gas, un fornitore affidabile
Con il conflitto bellico, intrapreso dalla Russia ai danni dell’Ucraina, l’Europa e gli USA, uniti con il patto di alleanza Atlantica, hanno espresso pieno appoggio economico all’Ucraina. La netta presa di posizione dell’Europa, ha generato l’inasprimento dei rapporti diplomatici tra le cancellerie europee e Mosca, con le relazioni diplomatiche scese ai minimi storici tra Bruxelles e la Russia.
Inoltre, i timori di un conflitto armato ai confini europei e una situazione economica internazionale già nei mesi precedenti contraddistinta da un forte aumento generalizzato dell’inflazione, hanno creato forti tensioni economiche sui listini azionari internazionali nel comparto energetico. Per l’Europa, prima dello scoppio del conflitto bellico, le forniture di gas russo rappresentavano una fonte energetica sicura. Un’amplia rete di gasdotti permetteva al gas della Russia di soddisfare le richieste degli stati europei, che potevano contare su una fornitura stabile e a prezzi equi.
Da uno scenario di presunta stabilità energetica, con la guerra e i non più idilliaci rapporti diplomatici tra Mosca e Bruxelles, si è passati in poco tempo a una condizione di vera e propria emergenza energetica. Con le quotazioni del gas, stabilite al TTF di Amstrdam, balzate a livelli record, L’Europa in poco tempo ha dovuto attuare un piano per diversificare i fornitori di gas naturale, cercando di sostituire progressivamente le forniture provenienti dalla Russia.
In questo scenario, il Qatar ha giocato un ruolo fondamentale per la fornitura del GNL (gas naturale liquefatto) sia per l’Italia sia per l’intera Europa.Ritenuto un fornitore affidabile, sia a livello europeo sia nazionale, sono stati stipulati accordi commerciali bi-laterali per la fornitura del gas naturale liquefatto necessario a sostituire, almeno in parte, le forniture in precedenza ottenute con l’import russo.
Nei primi dieci mesi del 2022, l’Europa ha importato dal Qatar 12,5 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto. Circa 6 miliardi sono approdati, con navi gasiere, in Italia e sono stati stoccati nel rigassificatore, nel mare Adriatico, a largo del delta del Po’.
GNL, terminale dell’Adriatico
Noto come isola di Porto Levante, il rigassificatore di gas naturale liquefatto è un’isola artificiale collocata a circa 15 Km a largo del porto Levante, in provincia di Rovigo. Realizzato dalla società italiana Edison, oggi è controllato dalla Joint Venture formata al 70% da Exxon Mobil, al 23% dalla Qatar Petroleum e per il 7% da Snam. Con una capacità di stoccaggio pari a 8 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto l’anno, l’impianto è collegato con un gasdotto fino a Cavarzere, in provincia di Venezia.
Qatar Investment Authority (QIA)
Il giro d’affari del Qatar a livello internazionale è molto ampio, tanto da rendere l’emirato del Medio Oriente un partner strategico. Con il Qatar Investment Authority (QIA), fondo sovrano del paese creato nel 2005, l’emirato del Medio Oriente investe nei mercati nazionali e internazionali per diversificare i guadagni ottenuti dalla vendita del petrolio e Gas. Il fondo QIA è considerato il gestore patrimoniale dello stato del Qatar, che investe le eccedenze dello stato per creare le condizioni di prosperità per le generazioni future.
La diversificazione degli investimenti è alla base del successo economico del fondo QIA. Presente su svariati mercati internazionali, il fondo collabora con istituzioni leader in tutto il mondo per fondare rapporti bi-laterali per la crescita e cooperazione. Con riserve economiche consistenti e con l’affidabilità internazionale di cui gode il Qatar, essendo uno stato produttore di petrolio e quindi un membro OPEC, il fondo sovrano di Doha ha permesso un rapido sviluppo delle attività finanziarie del paese.
Anni di successi economici:
2005
- Il governo del Qatar crea il fondo QIA per la gestione della vendita e dei ricavi del petrolio e gas nazionale.
- Il fondo ha lo scopo di investire e sviluppare i fondi dello stato.
- Presieduto da sua altezza l’emiro del Qatar.
2008
- QIA è co-autore dei “24 principi di Santiago” idonei a promuovere le migliori pratiche di buona governance per i fondi sovrani.
- Nell’ottobre dello stesso anno, il fondo raggiunge il 12,7% di partecipazione azionaria come investitore della banca internazionale britannica (Barclays Bank).
- Acquisisce quote azionarie della casa automobilistica americana Fisker Automotive.
- Acquisisce il 17% del capitale del groppo automobilistico tedesco Volkswagen, e il 10% di Legardère.
2009
- Attraversa un periodo di forte espansione finanziaria con diversificazione degli investimenti.
- Collabora e co-investe a livello globale.
- Si afferma, a livello internazionale, la stabilità economica del fondo guidata da una visione d’investimento a lungo termine.
2010
- La Qatar Holding, una società controllata indiretta di QIA, rileva il gruppo Harrods Limited proprietario di un centro commerciale di lusso a Londra.
- Nel Regno Unito si afferma come principale azionista, portando al 22% il capitale azionario, di Sainsbury’s catena di supermercati in UK.
- Istituisce un programma di formazione per laureati dei cittadini del Qatar.
2012
- Porta a termine l’acquisizione della sede centrale del Credit Suisse, banca d’investimento e società di servizi finanziari a livello mondiale, con sede a Londra e fondata nel 1856 a Zurigo.
2013
- Con un investimento economico da 5 miliardi di dollari, dilazionati in tre anni, il fondo investe in progetti petrolchimici in Malaysia.
- Porta a termine un investimento da 200 milioni di dollari, acquistando edifici residenziali in India.
2015 – 2016
- Il fondo QIA punta all’ampliamento del proprio portafoglio d’investimenti.
2017
- Il fondo sovrano è il sesto membro fondatore dell’One Planet Sovereingh Wealth Fund Group. La posizione ricoperta, permette al fondo di gestire gli investimenti integrando i rischi legati al cambiamento climatico a livello mondiale.
2020
- Nell’incontro annuale del World Economic Forum, QIA annuncia di non effettuare più investimenti sui combustibili fossili.
- Il fondo punta a una riorganizzazione strategica basata sulle politiche di sviluppo sostenibili.
- Sono promossi piani d’investimento a lungo termine per dare stabilità ai piani d’investimento.
Qatar investe in Italia
Sul mercato finanziario italiano Il valore degli investimenti dal fondo QIA, dell’emirato del Medio Oriente guidato da T amim bin Hamad al-Thani, è stimato per un valore di oltre 5 miliardi di euro.
Dal comparto aziendale, passando per il turismo e la moda, gli investimenti che Doha compie, attraverso il fondo QIA, rappresenta un importante giro d’affari per le economie di entrambi i paesi.
2012
- Con una società denominata Mayhoola For Investment, il Qatar acquisisce per 700 milioni di euro la Maison Valentino.
- In Lombardia e Sardegna punta a investimenti sul “mattone”.
- Il fondo acquista In Sardegna, per un valore di 600 milioni, dalla Colony Capital di TomBarrack, 4 alberghi di lusso.
- Il fondo QIA possiede già l’Hotel a cinque stelle Gallia a Milano, il Gritti Palace a Venezia, lo St.Regis e L’Excelsior a Roma, il Baglioni e il Four Season a Firenze.
2015
- Con un investimento da 2 miliardi di euro, il fondo QIA rileva le quote azionarie possedute dalle società Himes Italia SGR, Unipol SAI, Coima e Galotti, per acquisire il 100% del capitale finanziario del progetto “Milano porta nuova”.
- Il fondo QIA, a Milano, diventa proprietaria del palazzo degli uffici di Credit Suisse.
L’Italia investe nell’energia del Qatar
Dal punto di vista economico, l’interesse dell’Italia verso gli investimenti in Qatar sono principalmente focalizzati sul comparto energetico. Con la guerra in ucraina, e la volontà di sostituire progressivamente il gas russo con altre forniture ritenute più affidabili, i rapporti commerciali tra Roma e Doha si sono rafforzati. Considerando il Qatar, un affidabile fornitore di gas naturale liquefatto (GNL).
La multinazionale italiana ENI, presente in Qatar da diversi anni per la ricerca e la gestione di risorse energetiche di Doha, ha stretto un rapporto di collaborazione, della durata di 27 anni, con la Qatar – Energy per il progetto North Field East, il più grande progetto al mondo per la produzione e l’esportazione di gas naturale liquefatto (GNL).
Con una partecipazione al 75% della Qatar – Energy e al 25% dell’ENI, i vantaggi della collaborazione sono bi-laterali. Mentre per la multinazionale dell’emirato del Medio Oriente, la collaborazione rappresenta un’ottima opportunità per incrementare l’export di gas naturale verso il mercato italiano, per l’ENI questa rappresenta la possibilità di rafforzare la sua posizione in medio oriente.
Gianni Truini