Sono le testimonianze dei turisti a fotografare una situazione totalmente anormale per la stagione: sugli Appennini c’è pochissima neve, dall’Emilia-Romagna fino alle regioni centrali. E le amministrazioni ora chiedono un tavolo urgente con il ministero del Turismo.

Effetti di un andamento anomalo delle temperature, con il mese di dicembre che sembrava aver allineato valori registrati con quelli attesi. Tuttavia, nelle ultime settimane la discrepanza si è allargata, soprattutto al Centro-Sud, mentre sulle Alpi lo scenario è ben diverso.

Appennini senza neve, cosa chiedono le Regioni al governo

Appennini senza neve, elemento sufficiente per richiedere la proclamazione dello stato di emergenza nelle regioni centrali dello stivale. Emilia-Romagna, Toscana e Abruzzo hanno invocato ufficialmente un incontro urgente con il ministro del Turismo, Daniela Santanché, per coordinare un piano di intervento straordinario che faccia fronte a un vero e proprio disastro ambientale quanto economico.

Le dimostrazioni più evidenti della gravità della situazione arrivano dal Monte Cimone, 2.165 metri di quota e vetta simbolo dell’Appennino Tosco-Emiliano. Dal Lago della Ninfa, in provincia di Modena (comune di Sestola), gli impianti sciistici sono totalmente chiusi, con le immagini riprese con i droni che mostrano un manto erboso costeggiato qua e là da chiazze bianche. Nell’ultima settimana la colonnina di mercurio ha toccato i 15°, senza mai scendere sotto lo zero termico. Con le ripercussioni sulla stagione invernale che rischia di essere compromessa, tanto per il settore alberghiero (numerose le disdette) quanto per quello prettamente sciistico (impianti, maestri di sci ecc.). A nulla sono serviti gli investimenti sui cannoni per sparare la neve artificiale, il caldo anomalo ha sciolto tutto nello spazio di pochi giorni.

Stefano Bonaccini, governatore regionale dell’Emilia-Romagna, chiede sostegno al governo “affinché le Regioni non siano lasciate solo dopo i danni causati dal covid-19 sulla stagione invernale, con effetti irreversibili“. La missiva, sottoscritta anche dagli assessori al turismo Leonardo Marras (Toscana) e Daniele Damario (Abruzzo), chiede un indennizzo per i mancati introiti, lo stanziamento di fondi per modernizzare gli impianti di innevamento e misure che consentano agli operatori di rinviare i pagamenti.