E’ morto all’età di 74 anni in seguito a una polmonite legata alle complicazioni del Covid, Gosaku Ota, celebre per aver disegnato numerosissimi manga, tra i quali spiccano senza dubbio i mitici Goldrake e Mazinga Z. Il decesso è avvenuto il 12 dicembre scorso, ma la famiglia ne ha dato comunicazione soltanto ora, a funerali privati avvenuti, confermando così i tributi apparsi sui social che dal giorno di Capodanno sono apparsi su diversi canali social.

La scomparsa di Gosaku Ota segue quella, avvenuta solo qualche mese fa, di Kim Jung Gi, celebre fumettista coreano morto di infarto a soli 47 anni.

Una carriera dedicata al fumetto

Non ci sono solo Goldrake eMazinga Z nella ricca produzione di Goasku Ota, che ha dedicato la sua intera vita all’arte del fumetto. Nato nel 1948, Ota inizia la sua carriera come assistente di Shotaro Ishinomori (Cyborg 009, Kamen Rider, Hokusai, Miyamoto Musashi) e dall’inizio degli anni Settanta diviene uno dei più stretti collaboratori di Go Nagai, per il quale disegna moltissimi manga, come Mazinga Z (1972-73), Grande Mazinga (1974-75), Goldrake (1975-77), Getter Robot (1974-75) e Jeeg robot d’acciaio (1975-78). Disegna anche la seconda metà del manga Machine Saurer creato da Go Nagai (Ken Ishikawa ne ha disegnato la prima parte) e il manga sulla pesca Tsuri Baka Taishō, lanciato nel 1981 e pubblicato in 10 volumi. È stato anche il creatore originale dell’anime Groizer X e ha disegnato il manga Mach Sos. Gosaku Ota è noto anche per aver disegnato una versione manga dell’eroe di seconda fascia di Marvel Comics Moon Knight, pubblicata in Giappone nel 1979.

Goldrake e Mazinga Z

Forse le più celebri creazioni di Gosaku Ota sono i mitici robottoni Goldrake e Mazinga Z. Goldrake è uno dei protagonisti della serie Atlas Ufo Robot, trasmessa per la prima volta in Italia su Rai 2, nell’aprile del 1978. Si trattò di una vera e propria rivoluzione: la trama fantascientifica, i disegni ipertecnologici, le animazioni esplosive e le prime tv a colori fecero di Goldrake un vero fenomeno culturale. Le battaglie a suon di “lame rotanti” e “tuoni spaziali” fecero scomodare sociologi, psicologi e giornalisti, che videro nello stile di quei cartoni dallo stile così nipponico una possibile minaccia allo sviluppo educativo dei bambini.

Raggi laser e battaglie fantascientifiche contraddistinguono anche Mazinga Z, un robot gigante che sparava i pugni e raggi laser dagli occhi.