Nel corso di dieci anni di lavoro in ospedale un infermiere statunitense avrebbe abusato sessualmente di centinaia di donne, filmandole e fotografandole continuamente, tanto da raccogliere decine di ore di filmati. L’uomo, un 61enne del Colorado, ora licenziato, è stato accusato di violenza sessuale.
Abusi pazienti per 10 anni: scoperto e accusato un infermiere del Colorado
È il New York Times a raccontare la storia di Christopher P. Lambros, l’infermiere di 61 anni, licenziato lo scorso ottobre, accusato di violenza sessuale per aver abusato di centinaia di pazienti di sesso femminile nel corso dei suoi dieci anni di lavoro al St. Mary’s Medical Center di Grand Junction, nella contea di Mesa. Tutto sarebbe iniziato dopo le accuse di violenza mosse da due donne, che avevano affermato di aver subìto abusi mentre erano ricoverate: nel corso di alcune perquisizioni legate alle indagini, gli inquirenti avrebbero trovato in possesso dell’uomo ben quattro terabyte di dati – l’equivalente di circa 70mila foto o 65mila ore di video -, con filmati sessualmente impliciti, in cui si vede Lambros aggredire le pazienti prive di sensi.
Ad incastrare l’uomo, anche la testimonianza di un collega, che lo avrebbe scoperto mentre fotografava una donna nuda nell’unità di terapia intensiva e si faceva un selfie poggiando la sua testa sul ventre della paziente. Un vero e proprio archivio di violenze, che risalirebbero almeno al 2016, quello trovato sui dispositivi elettronici sequestrati all’uomo, che è stato poi immediatamente arrestato: dal 25 ottobre, come riportano i media americani, si troverebbe in carcere con un cauzione di 1 milione di dollari. In uno dei filmati acquisiti dagli inquirenti, si sentirebbe Lambros sussurrare alla telecamera: “Non sbarazzarti mai di questi video”, “Devi tenerli per sempre” e “Questa è la tua collezione di Dexter”, riferendosi alla serie tv di un serial killer – medico legale di professione – che conservava i trofei delle sue vittime.
Secondo l’accusa, in molti casi l’uomo avrebbe dato alle pazienti una maggiore dose di sedativo o farmaci non necessari – la cui somministrazione avrebbe dovuto essere autorizzata da un medico -, al solo scopo di addormentarle prima degli abusi. Molte di loro non si sarebbero quindi neanche accorte delle violenze, come del resto anche i suoi colleghi hanno fatto prima dell’arresto, per ben dieci anni. Intanto l’Intermountain Healthcare, l’organizzazione senza scopo di lucro che gestisce l’ospedale coinvolto nelle indagini, ha fatto sapere in una nota di aver subito preso provvedimenti contro l’uomo. “La sicurezza dei nostri pazienti è la nostra massima priorità e prendiamo molto sul serio la questione”, si legge nella dichiarazione.
“Abbiamo tolleranza zero per chiunque sia coinvolto nell’abuso o nel maltrattamento dei nostri pazienti – prosegue -. Immediatamente dopo la segnalazione, l’ospedale ha posto Christopher P. Lambros in congedo amministrativo, gli ha tolto l’accesso all’ospedale e ai pazienti e ha segnalato la questione alle forze dell’ordine locali“. Prima di ottobre, la condotta dell’uomo era già stata segnalata agli inquirenti a luglio, quando Lambros era stato colto in flagrante da un collega: in quel caso l’uomo si era giustificato dicendo che stava eseguendo un’iniezione per i coaguli di sangue nella zona dello stomaco alla paziente, negando di averle scattato delle foto.
Secondo la causa, Lambros avrebbe anche abusato delle pazienti in vista delle telecamere di videosorveglianza dell’ospedale. Un’ipotesi smentita da Intermountain Healtcare, che ha fatto sapere di non aver mai utilizzato telecamere di sicurezza all’interno delle stanze dei pazienti. Bryan Johnson, direttore della struttura, ha dichiarato che “ciò di cui è accusato l’ex infermiere è riprovevole e va contro tutto ciò in cui credono al St. Mary’s Medical Center”. “I pazienti ripongono la loro fiducia in noi – ha concluso – e dovrebbero sentirsi al sicuro sotto le nostre cure”.