“Il consumo europeo minaccia l’Amazzonia”, accusa il quotidiano Público. Il giornale riprende un rapporto dell’ong Friends of the Earth (FoE) che lancia l’allarme sullo stato di conservazione della foresta amazzonica. Secondo il rapporto la foresta potrebbe essere “drammaticamente ridotta” nel 2020, “in conseguenza del forte aumento del consumo europeo di carne, biocarburanti e mangimi provenienti dal Brasile”. Si tratta di un fenomeno “per il quale si prevede un aumento esponenziale nel decennio in corso“.
Público ricorda che l’Ue è il primo importatore di etanolo e il quarto di carne, oltre a costituire uno dei principali mercati per la soia transgenica. Il consumo di questi “tre pilastri dell’economia brasiliana” provoca una distruzione permanente della foresta amazzonica, con “gravi conseguenze per il clima, la biodiversità e le vite di migliaia di persone”, denuncia Adrian Bebb, responsabile per l’agricoltura e l’alimentazione di Foe.
Público dà voce a diversi gruppi ecologisti che chiedono all’Unione europea di “rivedere la Politica agricola comune (Pac)”, che rappresenta il 40 per cento del budget dell’Ue e la cui revisione è stata al centro delle discussioni in occasione del summit dei ministri dell’agricoltura a Bruxelles.