Una vera e propria giostra il mercato dell’auto nel 2022. Sembrava un anno destinato a un profondo rosso, ed invece come nelle montagne russe, una brusca impennata è arrivata improvvisamente nel finale.

I dati del 2022: peggio solo nel 2013

Secondo il Centro Studi Promotor le immatricolazioni dell’intero anno sono state 1.316.702 unità. Il dato dell’ultimo anno supera soltanto di poco (lo 0,9%) il livello di 1.304.842 immatricolazioni del 2013, che era stato il peggior risultato del mercato automobilistico italiano dal 1978. Menzione particolare per il mese di dicembre, appena trascorso: sono stati tanti gli italiani che hanno metaforicamente incartato sotto l’albero una macchina nuova. Ben 104.915 nuove immatricolazioni nel mercato dell’auto, che rendono quella di dicembre (+21% su dicembre 2021 ma -25% del 2019, cioè dell’anno che ha preceduto la pandemia) la quinta crescita mensile consecutiva, e conferma l’inversione di tendenza che c’è stata ad agosto, ma non modifica la valutazione sull’intero 2022.

Il mercato dell’auto in crisi… di componenti?

Sebbene dicembre sia stato un mese salvifico per il mercato dell’auto, le motivazioni di questo trend sono anche da ricercare nella crisi dei componenti. Una volta trovata una stabilizzazione all’approvvigionamento di componenti (e con i tempi di attesa che in questo ultimo anno sono arrivati anche a due anni per una macchina nuova), e ottenendo quindi chip e altri componenti essenziali, il settore ha mostrato un dato incoraggiante. E questo nonostante un livello di domanda fortemente depresso per gli effetti generati dalla pandemia e successivamente dalla guerra in Ucraina, dal rallentamento dell’economia, dalla ricomparsa dell’inflazione e dagli altri elementi che hanno influito negativamente sulla propensione all’acquisto di automobili. 

Come sarà il 2023 dell’auto

Per quanto riguarda le prospettive è lecito attendersi che la capacità di fornitura dell’industria automobilistica continui a migliorare nel 2023 con benefici effetti sulle vendite, ma il ritorno delle immatricolazioni a livelli normali per un mercato come quello italiano, cioè superiori a 2.000.000 di unità annue, appare ancora molto lontano per il permanere di una sostanziale debolezza della domanda. Secondo il presidente del centro studi Promotor Gian Primo Quagliano

Appare evidente che la ripresa delle immatricolazioni in atto va sostenuta anche da incentivi pubblici come, peraltro, è avvenuto negli ultimi anni. Ciò anche perché con le immatricolazioni scese ai livelli infimi di cui si è detto l’età media delle auto circolanti è andata al di là dei dodici anni con conseguenze molto serie per la sicurezza della circolazione e per le emissioni nocive.

Secondo Unrae – l’Unione nazionale dei rappresentanti degli autoveicoli esteri – gli obiettivi del 2023, dopo un anno che ha segnato -9,7%, sono ulteriori incentivi per il settore dell’automotive e l’orientamento verso le nuove tecnologie: secondo Michele Crisci, presidente dell’Unrae,

Altrettanto urgenti sono l’elaborazione di una politica infrastrutturale per ricarica elettrica e rifornimento di idrogeno, e la revisione strutturale della fiscalità del settore, modulando detraibilità IVA e deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2 per le auto aziendali