Torna di stretta attualità il caso relativo alla scomparsa di Denise Pipitone: a quasi vent’anni dalle sue ultime tracce, la madre ha ricevuto a casa la nuova tessera sanitaria della bambina (oggi teoricamente 22enne), una prova tangibile del fatto che “Denise c’è, fino a prova a contraria“.

Nel suo post pubblicato su Facebook, Piera Maggio ha fatto un appello allo Stato italiano affinché non dimentichi sua figlia andando oltre una semplice carta di plastica, benché questo gesto abbia assunto per lei un valore simbolico di rilievo.

Denise Pipitone, la tessera sanitaria non è semplice burocrazia

La nuova tessera sanitaria che recita il nome di Denise Pipitone è la testimonianza tangibile che per la Repubblica italiana la giovane bambina scomparsa nel 2004 abbia ancora un futuro. Vent’anni dopo, la madre Piera Maggio rivive il suo ricordo dalla propria abitazione di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani.

La didascalia del suo pensiero pubblicato sui propri profili social scinde tra “amarezza” e “ringraziamento” nei confronti dello Stato. Sul caso gli ultimi passi avanti risalgono a pochi giorni fa, quando l’ex pm Maria Angioni è stata condannata a un anno di carcere (pena oggi sospesa dal Tribunale di Marsala) per aver spifferato alcune informazioni al pubblico ministero in merito all’indagine.

A proposito della madre, invece, non si è mai acuito il dolore del marito Antonio Pipitone, che però non sarebbe il padre biologico di Denise. Alla moglie, viene contestato il continuo sbandierare pubblicamente i ricordi e i dati personali della bambina, specialmente alla luce del libro scritto da Piera Maggio e pubblicato lo scorso ottobre (in cui il padre è sicuro siano state raccontate tante inesattezze”. Anche il fratello di Denise, Kevin, sarebbe stato concepito tramite inseminazione artificiale: per Antonio Pipitone un’informazione non necessaria che lede la privacy della famiglia in un lungo dolore che dura da oltre diciotto anni.