Per le feste natalizie gli Uffizi hanno fatto registrare più di centomila visitatori e molti di loro si sono fermati in via dei Georgofoli, a pochi metri di distanza dalla Galleria, dove una bomba nella notte tra il 26 e 27 maggio del ’93 provocò la morte di cinque persone, i coniugi Fabrizio Nencioni e Angela Fiume con le figlie Nadia di 9 anni, Caterina (50 giorni di vita) e lo studente Dario Capolicchio di 22 anni, e una quarantina di feriti. In quell’angolo di Firenze c’era una vecchia pianta di olivo e al suo posto da metà settembre del 2021 è collocata una scultura alta quattro metri, l’Albero della Pace, creata da Andrea Roggi, toscano di Castiglion Fiorentino. Serve per non dimenticare quella strage e da quella notte tragica, giorno dopo giorno, le persone si fermano, di solito in silenzio, per rispetto delle vittime di quella vile barbarie.

Olivo di Andrea Roggi. L’Albero della Pace per ricordare le vittime della strage dei Georgofili

E’ l’Albero della Pace, un olivo, simbolo di eternità, una pianta tenace capace di superare le difficoltà e sconfiggere la morte. E’ il filo conduttore delle realizzazioni di Andrea Roggi, che attinge dalla sua terra, fatta di olivi secolari e cipressi. Nella scultura la pianta affonda le radici nel nostro mondo e due corpi, un uomo e una donna, sono rappresentati con le braccia protese verso il cielo che generano i rami e le foglie dell’olivo, dell’Albero della Pace che è Albero della Vita.

Stefano Bisi