Il Tottenham di Antonio Conte a detta di molti addetti ai lavori all’inizio della stagione era una di quelle squadre favorite per la vittoria finale della Premier League ma a cinque mesi di distanza la realtà è decisamente diversa.

Tottenham, Conte: “Servirebbe un miracolo”

I londinesi hanno ottenuto solamente un punto nelle ultime due partite, grazie al pareggio con il Brentford e la sconfitta con l’Aston Villa e questo non fa vivere sonni tranquilli ad Antonio Conte che deve far fronte ad una carenza di organico come ha spiegato ai cronisti nel post gara: “Servirebbe un miracolo come quello dello scorso anno per arrivare quarti, al massimo possiamo lottare per il quinto posto. A inizio stagione ci inserivano tra le contendenti al campionato, una cosa folle. Per diventare una squadra che può lottare per il titolo serve una base di 14-15 giocatori forti a cui ogni anno aggiungi un paio di giocatori investendo 50-70 milioni. Ma questo è un processo per cui serve tempo e pazienza. La gente pensa che arrivi e vinci ma non è così, vale solo per squadre che hanno già vinto in passato e sono abituate a lottare per grandi traguardi. Capisco i tifosi che dicono siamo già stati pazienti per molto tempo ma la situazione è questa. Se volete sapere la verità, questa è la verità”.

La colpa è degli investimenti folli di altre squadre

La Premier League è indiscutibilmente il campionato più ricco del mondo ed anche se gli investimenti economici del Tottenham rispetto a quelli delle nostre squadre sono inarrivabili e molto esosi, in patria non valgono molto o comunque non abbastanza per poter competere per il titolo. A tal proposito, Antonio Conte racconta le “difficoltà” economiche e la politica del suo club: “La politica del nostro club deve essere molto chiara: a inizio stagione avevo detto che potevamo essere competitivi ma bisogna tener conto che ci sono squadre che investono 200-300 milioni, con politiche molto diverse. L’anno scorso abbiamo fatto un miracolo perché giocavamo una sola competizione e i 12-13 titolari hanno giocato 15 partite di fila senza rimediare infortuni. Abbiamo fatto un miracolo ma sapevo benissimo quale fosse la vera situazione .Non ho paura, credo nel mio lavoro, credo nei giocatori. Basta che non mi si chiedano cose che non posso promettere”.