Dopo oltre cento giorni di proteste in seguito alla morte della 22enne Mahsa Amini, arrestata dalla polizia morale per non aver indossato correttamente il velo in Iran, la polizia ha cominciato a monitorare l’uso dello hjab da parte delle donne in auto.
Il programma di controllo Nazer, lanciato nel 2020, è in una nuova fase lanciata dalle forze dell’ordine iraniane, il Nazer-1.
Queste le dichiarazioni di un alto funzionario di polizia iraniana sulle nuove norme.
La polizia ha iniziato la nuova fase del programma Nazer-1 (sorveglianza in lingua farsi) in tutto il Paese. Il Nazer-1 riguarda l’assenza di hijab nelle auto, con la polizia che invia un sms a chi trasgredisce.
Secondo un’agenzia locale che ha riportato la notizia il messaggio dirà.
L’assenza del velo è stata osservata nella vostra auto. È necessario rispettare le norme della società e non ripetere questo atto
In una versione precedente c’era anche una minaccia indirizzata a chi trasgrediva, poi rimossa: “se questa azione si ripete, vi saranno applicate conseguenze legali e giudiziarie”.
La situazione delle proteste in Iran per l’uso del velo
Dopo le manifestazioni seguite alla morte di Masha Amini erano terminati gli arresti delle donne che camminavano per strada a volto scoperto, e il procuratore generale iraniano Mohammad Jafar Montazeri, aveva dichiarato che le unità di buoncostume, Gasht-e Ershad (“pattuglia di guida”), erano state chiuse.
Ma i manifestanti erano scettici perché più che un annuncio del Ministro sembrava fosse una risposta momentanea ad una domanda durante una conferenza stampa e, la notizia di oggi sembra esserne la conferma oltre che riaccende le paure di repressione nel Paese per tutte le donne.
Nel frattempo le proteste trovano l’appoggio delle donne dello spettacolo e delle atlete come la campionessa di scacchi iraniana, Sara Khadim al-Sharia, che pochi giorni fa si è presentata ai Mondiali di Scacchi in Kazakistan senza velo in segno di solidarietà verso i manifestanti.