Sciopero vigilanza privata per il rinnovo di contratto di categoria, incrociano dunque le braccia molti lavoratori che operano in un settore ampio e rischioso. “Non ci fermeremo fin quando non verrà rinnovato in modo dignitoso il contratto collettivo di categoria”, confermando dunque per l’intera giornata di oggi, lunedì 2 gennaio la mobilitazione generale indetta da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs.

Sciopero vigilanza privata, chi sono e quali le cause

Gli operatori della vigilanza privata sono guardie giurate, portavalori e servizi fiduciari che hanno deciso di indire uno sciopero nazionale per il rinnovo del contratto nazionale scaduto da 7 anni: “Facendo seguito alle precedenti azioni di sciopero effettuate a livello nazionale e regionale, in attesa dell’incontro nazionale che si terrà il 10 gennaio con la parte datoriale, abbiamo deciso di non abbassare la guardia continuando la nostra protesta per dare forza alla rivendicazione e ottenere un rinnovo consono”, ha continuato la nota delle sigle sindacali.

Sicurezza e salari medi

È evidente come le retribuzioni di questi lavoratori e lavoratrici siano oggi altamente insufficienti a garantire una vita dignitosa, per il troppo tempo trascorso dall’ultimo rinnovo e per l’inflazione che ha eroso potere di acquisto”, continuano i sindacati. Gli operatori di vigilanza privata sono esposti ai rischi nel corso del loro lavoro, basti pensare agli assalti ai furgoni portavalori. Gli stipendi medi degli operatori di questo settore si aggirano intorno ai 1330 euro mensili. Diversi i presidi previsti in varie zone d’Italia.