Nuovo blitz degli ambientalisti al Senato. Un gruppo di attivisti, appartenenti alla campagna “Ultima Generazione”, ha lanciato della vernice arancione sulla facciata di Palazzo Madama, imbrattando alcune finestre e un portone.

Alla base del gesto dei quattro attivisti, compiuto questa mattina alle 7:45, vi è la disperazione che deriva da un lato, dal susseguirsi di statistiche e dati sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico già in corso, e dall’altro, dal disinteresse del mondo politico di fronte a quello che si prospetta come il più grande genocidio della storia dell’umanità.

Fermati dai carabinieri i responsabili di questa azione. Sulla vicenda è stata avviata un’indagine, condotta dalla Digos con l’ausilio dei carabinieri.

Ecco il video del blitz degli attivisti a Palazzo Madama.

Il Presidente del Senato Ignazio La Russa, ha commentato l’azione dei manifestanti con queste parole:

Nessun alibi, nessuna giustificazione per un atto che offende tutte le istituzioni e che solo grazie al sangue freddo dei carabinieri non è trasceso in violenza. Il Senato è stato vigliaccamente scelto perché a differenza di Palazzo Chigi, della Camera dei deputati e di altre istituzioni, non ha mai ritenuto fino ad ora di dover creare un area di sicurezza attorno all’edificio. Ho convocato immediatamente per domani alle ore 15 il Consiglio di  presidenza del Senato per ogni opportuna decisione“.

Ambientalisti imbrattano il Senato: le ragioni del gesto

Come dichiarato tramite una nota stampa, dal gruppo di “Ultima Generazione”, queste azioni di “disobbedienza civile non violenta”, vanno lette come un segno di disperazione e di coraggio affinché si prenda consapevolezza dei danni che causa il riscaldamento globale al nostro Pianeta e si agisca per evitare il collasso.

Ecco cosa ha dichiarato Laura, una delle attiviste:

Ho scelto e continuerò a scegliere di compiere azioni di disobbedienza civile non violenta perché sono disperata. Ovunque guardi vedo dissociazione, negazione, alienazione rispetto alla crisi climatica. Realizzare l’inaccettabile richiede più dolore di quanto siamo disposti a viverne, ma è anche l’unica consapevolezza che può spingerci ancora a cambiare le cose e salvarci dal collasso. La narrativa tanto in voga secondo la quale ognuno di noi può individualmente contribuire a limitare i danni del riscaldamento globale, salvando il pianeta, è senz’altro positiva ma fortemente irrealistica”.

E poi ha continuato aggiungendo:

Sono i governi e le istituzioni ad avere il potere decisionale per avviare una transizione energetica effettiva, per modificare e regolare le produzioni di energia e di beni e il sistema dei trasporti, per arginare concretamente le cause della crisi climatica. L’azione individuale non basta. Non possiamo illuderci che fare la raccolta differenziata e partecipare a cortei organizzati sia sufficiente. È, di conseguenza, proprio al governo e alle istituzioni che rivolgiamo la nostra rabbia di protesta. La perseveranza all’inazione climatica è ormai da riconoscere come volontà delle élite politiche ed economiche di scegliere deliberatamente di condannare buona parte della popolazione globale a siccità, carestie, guerre e morte. Dobbiamo riconoscere le loro responsabilità e le loro colpe. Se vogliamo avere una possibilità dobbiamo unirci in azioni dirette, ribellandoci al destino che il potere di pochi ha disegnato per noi”.

I fenomeni metereologici estremi causati dal cambiamento climatico

Come evidenziato dagli attivisti di “Ultima generazione”, i dati del report “Città clima 2022” di Legambiente sugli eventi climatici estremi in Italia sono allarmanti.

Lo scorso anno, infatti, gli eventi meteo-idrogeologici sono aumentati del 55% rispetto al 2021, e i 310 fenomeni meteorologici che hanno provocato, non solo, ingenti danni, ma anche diverse vittime.

Le drammatiche immagini della Marmolada, delle Marche e di Ischia sono un esempio evidente di quanto sta accadendo nell’intera penisola.

Durante l’ultimo anno, l’Italia, è stata interessata dai pesanti effetti di alluvioni, ondate di caldo anomalo e di gelo intenso, frane, mareggiate, siccità, grandinate, che hanno subito una vera e propria accelerazione rispetto agli anni passati.

In particolare, Legambiente ha registrato 104 casi di allagamenti e alluvioni da piogge intense, 81 casi di danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 29 di danni da grandinate, 28 di danni da siccità prolungata, 18 danni da mareggiate, 14 eventi con danni alle infrastrutture, 13 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 11 casi di frane causate da piogge intense, 8 casi di temperature estreme in città e 4 eventi con impatti sul patrimonio storico.

Occorre poi ricordare, il lungo periodo di siccità che ha interessato l’Italia e il superamento di diversi record storici per le temperature estreme.

Come sostengono gli ambientalisti: “Tutto questo è permesso e causato dal continuo flusso di sussidi diretti e indiretti immessi nell’industria fossile dallo Stato italiano, che permette tali aggravamenti inaccettabili delle condizioni climatiche. Stop al fossile, ai provvedimenti palliativi e agli interventi riparatori di catastrofi già avvenute”.

Alla crescente manifestazione di eventi climatici catastrofici in tutto il mondo, la politica ha risposto siglando una serie di impegni volti alla riduzione dei gas serra, giudicati “blandi” dagli attivisti.

Le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Durante il discordo del 31 dicembre alla Nazione, Sergio Mattarella ha ribadito l’impegno dei poteri istituzionali per salvare il futuro dell’umanità:

 “La sfida, piuttosto, è progettare il domani con coraggio. Mettere al sicuro il pianeta, e quindi il nostro futuro, il futuro dell’umanità, significa affrontare anzitutto con concretezza la questione della transizione energetica. L’energia è ciò che permette alle nostre società di vivere e progredire. Il complesso lavoro che occorre per passare dalle fonti tradizionali, inquinanti e dannose per salute e ambiente, alle energie rinnovabili, rappresenta la nuova frontiera dei nostri sistemi economici. Non è un caso se su questi temi, e in particolare per l’affermazione di una nuova cultura ecologista, registriamo la mobilitazione e la partecipazione da parte di tanti giovani”.

Cosa chiedono gli ambientalisti che hanno agito sulla facciata del Senato

Gli ambientalisti che hanno imbrattato la facciata del Senato, chiedono che vengano presi dei seri provvedimenti per la salvaguardia del Pianeta.

Le richieste del movimento sono le seguenti:

  • interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale;
  • procedere a un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20GW immediatamente, e creare migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile, aiutando gli operai dell’industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili.