Scuola, riforma concorsi e reclutamento docenti: in arrivo novità per aumentare le immissioni in ruolo già a partire dal 2023. I tecnici del ministero dell’Istruzione sono al lavoro per raggiungere il target del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che prevede assunzioni per 70mila docenti da raggiungere entro il 2024. Dovrà essere cambiato qualcosa nel sistema di reclutamento e dei concorsi nella scuola, già riformato nel corso degli ultimi anni. I numeri, infatti, parlano di meccanismi di immissione in ruolo insufficienti: nel 2022 è stato coperto il 41% dei posti liberi e disponibili, addirittura appena il 28,6% delle cattedre vacanti se si tolgono i docenti immessi con contratto a tempo determinato da confermare di ruolo a settembre 2023. In questo scenario, si fa ancora ampio ricorso alle supplenze per coprire le cattedre vacanti: nell’anno scolastico 2022-2023 sono 217mila gli insegnanti che stanno prestando servizio con contratto a termine.
Scuola riforma concorsi reclutamento docenti, ecco perché c’è bisogno di cambiare nel 2023
Le ultime tornate di assunzioni nella scuola hanno mostrato le criticità nelle procedure adottate. Nel 2021, su oltre 112mila immissioni di insegnanti autorizzate dal ministero dell’Economia, le assunzioni effettive erano state circa la metà. A settembre scorso, invece, è stato raggiunto il 41% dei nuovi contratti stabili a copertura delle cattedre vacanti, ma la percentuale scende al 28,6% se non si considerano i docenti che dovranno essere confermati di ruolo il prossimo settembre. Tra le storture del sistema di reclutamento scolastico, continuano a mancare professori soprattutto negli istituti del Nord Italia, mentre al Sud è numeroso l’esercito dei docenti precari con pochi posti disponibili. Gli stessi insegnanti, rispetto ai primi anni della riforma della Buona scuola di Matteo Renzi, faticano a spostarsi verso le scuole del Nord, dove sono presenti più cattedre scoperte, anche a causa del caro-prezzi. Lo stesso strumento della “Call veloce” – da poco introdotto – che permette ai docenti di ottenere la stabilizzazione spostandosi di regione, ha prodotto appena 590 immissioni di ruolo da settembre scorso a oggi. Tra le criticità, si registra l’azzeramento di elenchi di docenti in varie graduatorie per specifiche classi di concorso, ragione per la quale diventa difficile assegnare docenti nelle materie tecnico-scientifiche ma anche in altre classi di concorso. Infine, i concorsi sono pochi, con molti strascichi di contenziosi e, come si è visto negli ultimi due anni, selettivi.
Novità in arrivo sulle assunzioni docenti, il lavoro del ministero e delle commissioni parlamentari
Diventa quindi difficile coprire tutte le cattedre vacanti nelle scuole italiane e arrivare ai numeri richiesti da Pnrr. Secondo i dati della Cisl Scuola, nell’anno scolastico in corso le scuole stanno facendo ricorso a 217.693 supplenti, un record. Considerando che il corpo docente richiede 850mila insegnanti, uno su quattro lavoro con contratto a termine. Si trovano più opportunità di supplenza nelle scuole del Nord Italia: in Lombardia sono vacanti 41.023 cattedre, in Piemonte oltre 21.600, in Veneto e in Emilia Romagna circa 18.500, in Toscana 16mila. Non va meglio per il personale tecnico e amministrativo (Ata) che, nel 2022-2023, ha visto all’opera oltre 51mila supplenti. In questo scenario, i tecnici del ministero dell’Istruzione sono a lavoro per rimettere mano, ancora una volta, al sistema di reclutamento e dei concorsi degli insegnanti. In questi giorni partirà l’interlocuzione tra il ministero e le commissioni Istruzione delle due Camere per trovare nuove soluzioni per assumere più docenti.