In occasione della Giornata della Pace, Papa Francesco ha voluto raccogliere un lungo pensiero rivolto a tutti i fedeli nel tentativo di rianimare le coscienze di ciascuno di noi e spingerle ad agire. È questa la sintesi delle parole di Papa Bergoglio a cui si è ispirato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento mattutino in cui è stato più volte ribadito il tema centrale di quest’anno ossia “nessuno si salva da solo”.
L’invito solidale di Papa Francesco ha poi assunto contorni più decisi, soprattutto quando il Pontefice ha voluto esortare la comunità intera a “vedere” anziché stare semplicemente a guardare. Un modo per spronare tutti a prendere in mani il proprio destino e ad agire attivamente in ogni circostanza della vita. Ecco un estratto:
Oggi, all’inizio dell’anno, anziché stare a pensare e sperare che le cose cambino, ci farebbe bene chiederci: ‘Io, quest’anno, dove voglio andare? Verso chi vado a fare del bene?’. Tanti nella Chiesa e nella società, aspettano il bene che tu e solo tu puoi dare, il tuo servizio. E, di fronte alla pigrizia che anestetizza e all’indifferenza che paralizza, di fronte al rischio di limitarci a rimanere seduti davanti a uno schermo con le mani su una tastiera, i pastori oggi ci provocano ad andare, a smuoverci per quel che succede nel mondo, a sporcarci le mani per fare del bene, a rinunciare a tante abitudini e comodità per aprirci alle novità di Dio, che si trovano nell’umiltà del servizio, nel coraggio di prendersi cura.
Giornata della Pace, Papa Francesco: “Aprire gli occhi”
Il resto del messaggio di Papa Francesco continua ad insistere poi sul tema dell’azione che per Bergoglio passa attraverso il meccanismo dell’apertura degli occhi e del vedere in generale. È questo l’argomento ulteriormente sottolineato in un altro estratto del suo lungo monito:
All’inizio dell’anno, tra le tante novità che si vorrebbero sperimentare e le molte cose che si vorrebbero fare, dedichiamo del tempo a vedere, cioè ad aprire gli occhi e a tenerli aperti di fronte a quel che conta: a Dio e agli altri. Quante volte, presi dalla fretta, non abbiamo neanche il tempo di sostare un minuto in compagnia del Signore per ascoltare la sua Parola, per pregare, per adorare, per lodare…”
Poi, un messaggio alle famiglie:
La stessa cosa avviene nei riguardi degli altri: presi dalla fretta o dal protagonismo, non c’è tempo per ascoltare la moglie, il marito, per parlare con i figli, per chiedere loro come vanno dentro, non solo come vanno gli studi e la salute. E quanto bene fa mettersi in ascolto degli anziani, del nonno e della nonna, per guardare la profondità della vita e riscoprire le radici.
L’ultimo passaggio è poi una chiusura che sintetizza ancora il concetto cardine espresso nel corso di tutto il suo monito. Papa Francesco parla direttamente e con tono veemente a tutti i fedeli chiedendo a gran voce che si adoperino per la ricerca del bene comune:
Chiediamoci se siamo capaci di vedere chi ci vive accanto, chi abita il nostro palazzo, chi incontriamo ogni giorno nelle strade. Fratelli, sorelle, imitiamo i pastori: impariamo a vedere!