Morto Papa emerito Ratzinger, il ricordo arriva da tutto il mondo. E Father Edward Dougherty di San Patrick lo ricorda con affetto e con un lungo ed emozionato mobologo. I due erano moltop legati.
“Per noi – dice il reverendo Father Edward Dougherty, – questa è una grossa perdita, per tutto ciò che Benedetto ha portato al mondo. Ricordo la maestosità del suo incedere, la gioia che lo illuminò il giorno in cui venne eletto dal Concilio”.
“Quello fu un momento di gioia anche per i romani – continua il reverendo, a cui tocca l’omelia del ricordo – quando venne la fumata bianca anche gli autisti degli autobus annunciarono ai passeggeri ‘habemus papam’”.
Morto Papa emerito Ratzinger. “Amore per la Chiesa”
Dougherty avrebbe poi incontrato il papa in udienza. “Ero insieme a un gruppo di superiori della cattedrale di Saint Patrick – racconta – lui era reduce da una intensa giornata di lavoro. Quello che era a capo della delegazione stava introducendo le persone una per una, e nel momento in cui stavo per presentarmi, lui mi sorrise e disse: so chi sei, ti ho già visto nella piazza. In effetti, ci eravamo incrociati in piazza San Pietro. Lui stava andando nei suoi uffici, ma rimasi colpito del fatto che si fosse ricordato di un prete”.
Dougherty parla di “amore per la chiesa” e “intellettualismo”. Il tema della cultura torna spesso tra i fedeli radunati in questo giorno di riflessione. “Era un docente della Chiesa – ricorda Gregorius McCanna, del Queens, che nel 2008 era tra i fedeli raccolti fuori dalla cattedrale, in attesa del suo arrivo – un raffinato intellettuale, che a me era sembrato in tv sempre timido, totalmente diverso da Giovanni Paolo II, ma non meno importante. Quando lo vidi mi apparve diverso dallo stereotipo del tedesco freddo e distaccato”.
“Lui voleva solo l’abbraccio della gente”, dice una donna, inserendosi nel discorso. Parole che fanno eco a quelle pronunciate davanti alle telecamere di Newsmax dall’arcivescovo di New York, il cardinale Timothy Dolan: “Benedetto ha portato fede e ragione. Noi viviamo in un mondo che tende a pensare che ci siano due nemici”. “Tu – continua – hai tuoi pensatori, i tuoi scienziati, i tuoi razionalisti, i tuoi intellettuali. E poi ci sono queste persone di fede che sono superstiziose, non sanno e non hanno cultura. Ecco, Benedetto pensava alla bellezza di un’alleanza, di una sacra alleanza, senza divisioni”.
Sorpresa e sgomento tra i turisti di San Patrick
L’unione degli opposti, che qui, nella cattedrale di Saint Patrick, si compie ogni giorno, tra sacro e profano, fedeli e turisti, incenso e monetine, preghiere e cellulari accesi, ma tutto questo salvando il piccolo decoro di un luogo sacro.
L’ultimo giorno dell’anno che coincide con quello della scomparsa di un pontefice non fa eccezione: anche stavolta si celebra senza saperlo questa sacra alleanza tra i fedeli che seguono la messa di mezzogiorno e la fiumana di turisti che cammina in silenzio lungo le navate laterali. Qualcuno, nonostante l’avviso all’ingresso inviti a scoprire il capo, continua a indossare il cappellino da baseball con scritto New York.
Gli americani afferrano il reale sempre con un attimo di ritardo, ma poi ne diventano padroni, imponendo il loro stile: all’ingresso della navata laterale di sinistra tre macchinette luminose tipo slot machine distribuiscono per quattro dollari medaglie con impressa l’immagine della ‘sacra famiglia’.
La donna che gestisce il servizio, seduta su una sedia a rotelle dice “no comment” alla domanda su cosa pensi della morte di Benedetto, ma lo fa con un’espressione vuota, come se in realtà non sapesse neanche chi fosse. Non così uno degli addetti alla security, fermo in piedi a una ventina di metri dall’altare maggiore.
“Ognuno di noi – spiega, senza perdere di vista i turisti che gli sfilano vicino – perde qualcuno o ha perso qualcuno malato da tempo. Non dovrebbe sorprendere, ma quando arriva lascia sempre un vuoto improvviso. Così è anche stavolta”