Encicliche di Benedetto XVI. Papa Joseph Ratzinger ha scritto tre encicliche: Caritas in veritate, Deus caritas est, Spe salvi.

Encicliche di Benedetto XVI

Deus caritas est (in italiano Dio è amore) è la prima lettera enciclica pubblicata da papa Benedetto XVI. Annunciata durante l’udienza generale del 18 gennaio 2006, la pubblicazione è avvenuta il 25 gennaio successivo. L’enciclica porta la data del 25 dicembre 2005, giorno in cui è stata firmata. L’enciclica  esprime il cuore pulsante della teologia di Joseph Ratzinger, ossia il tema di Dio che è amore. Si tratta di un motivo centrale nella riflessione del Papa emerito fin dagli anni in cui era professore di teologia a Ratisbona.

Spe Salvi

Spe salvi (in italiano Salvati dalla Speranza) è la seconda enciclica di papa Benedetto XVI, pubblicata il 30 novembre 2007, ricorrenza di sant’Andrea Apostolo. La presentazione è stata curata dal pro-teologo emerito della casa pontificia, cardinale Georges Cottier, e dal cardinale Albert Vanhoye, professore emerito di esegesi del Nuovo Testamento al Pontificio Istituto Biblico.

In questa enciclica Benedetto iniziava spiegando che «la redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente».

Caritas in veritate

La terza enciclica di Benedetto XVI si intitola Caritas in veritate (in italiano “La carità nella verità”). E’ una lettera enciclica della Chiesa cattolica firmata dal Papa il 29 giugno 2009.

“La Carità nella verità, di cui Gesù s’è fatto testimone” è “la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera”: inizia così Caritas in Veritate, enciclica indirizzata al mondo cattolico e “a tutti gli uomini di buona volontà”. Nell’Introduzione, il Papa ricorda che “la carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa”. D’altro canto, dato “il rischio di fraintenderla, di estrometterla dal vissuto etico”, va coniugata con la verità. E avverte: “Un Cristianesimo di carità senza verità può venire facilmente scambiato per una riserva di buoni sentimenti, utili per la convivenza sociale, ma marginali”.