È giallo su quanto accaduto il 21 dicembre scorso nel Parco d’Abruzzo, dove un uomo di 33 anni sarebbe stato attaccato da un orso mentre passeggiava, venendo salvato dal suo cane. L’Ente Parco non crede alla versione dei fatti raccontata dalla presunta vittima – che ha ora chiesto il risarcimento dei danni -: sulla vicenda ci sarebbero numerose perplessità.

Uomo attaccato da un orso nel Parco d’Abruzzo: la sua versione dei fatti non convince le autorità

Sarebbe stato attaccato da un orso mentre passeggiava, venendo salvato dal suo cane dopo pochi minuti: è questa la storia raccontata dal 33enne Antonio Rabbia, ingegnere residente nel Frusinate. L’uomo ha raccontato agli inquirenti di essere stato ferito alla pancia, riportando la frattura di due costole e una distorsione alla caviglia e, secondo la sua testimonianza, dopo l’attacco sarebbe stato medicato all’Ospedale di Cassino. Una versione che non convince l’Ente Parco, a cui il 33enne ha ora chiesto un risarcimento per l’assenza di cartelli o divieti che impediscono l’accesso ai sentieri.

I fatti risalgono al 21 dicembre scorso, quando, poco dopo le 13, l’uomo sarebbe arrivato a San Donato Valcomino. “A un certo punto ho visto il cane alzare la testa di scatto – ha raccontato Rabbia – e, nel girare lo sguardo, ho notato due piccoli orsi accanto ad un gruppo di pietre”. Nel giro di un attimo, secondo il suo racconto, sarebbe stato attaccato dall’animale, “un orso grande, immenso, con bocca spalancata, che ha emesso un verso terribile”. “Era a una distanza di circa 50 metri da me – ha proseguito l’uomo -, ma è riuscito ad arrivarmi addosso in pochi secondi”. A scatenare la sua rabbia sarebbe stata la volontà di proteggere i propri cuccioli.

A quel punto, infatti, l’orso avrebbe sferrato una zampata alla gamba sinistra dell’uomo, per poi azzannarlo all’addome mentre egli cercava di fuggire. “Insieme siamo rotolati a valle  per una ventina di metri. Io sono stato bloccato da un albero al quale mi sono aggrappato mentre l’orso ha continuato a cadere verso il basso”. Poi, l’intervento del cane, che sarebbe andato “incontro all’orso ringhiando e abbaiando”, riuscendo a farlo retrocedere e a mettere in salvo l’uomo, che sarebbe corso in macchina. Nel caos, il 33enne aveva perso l’animale, ritrovato dopo tre giorni di ricerche e riportato a casa da una volontaria.

Una vicenda che, seppur piena di dettagli, a detta della direzione del Parco Nazionale d’Abruzzo e Molise rimane “poco chiara”. Come spiega l’Ente, la notizia dei fatti sarebbe arrivata al Parco solo la mattina del 22 dicembre, quando l’uomo avrebbe chiamato il Servizio di Sorveglianza per denunciare la scomparsa del suo cane, ritrovato il giorno successivo. Il primo racconto di quanto accaduto sarebbe stato poi molto approssimativo, facendo però scattare l’allarme per il cane che, stando alla nota rilasciata dall’Ente, avrebbe potuto esso stesso essere vittima dell’orso. “Nella fuga – si legge – avrebbe potuto restare incagliato nel bosco ed essere vittima di aggressione da parte di altri predatori”. Eppure, quando è stato ritrovato, risultava in “buone condizioni, senza traccia di guinzaglio”.

Lo stesso esemplare di orso sarebbe inoltre stato avvisato nei giorni successivi, “senza che abbia dato problemi”. Dall’Ente Parco si ritengono sicuri che “in Appennino non c’è mai stata registrata nessuna aggressione da orso ad una persona, e questo sarebbe in assoluto il primo caso“. Il condizionale è assolutamente d’obbligo, visto che sulla vicenda sono ancora da chiarire diversi aspetti. Dal canto suo, la presunta vittima ha fatto sapere, tramite il suo legale, che chiederà i danni per la mancanza di segnalazioni. “Vogliamo sapere se i 60 orsi presenti nel Parco – ha aggiunto l’avvocato Giuseppe Spaziani -, tutti animali protetti, sono, o meno, muniti di microchip”.