Manovra, alle critiche risponde Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia, dicendo che sarà la base delle riforme del governo Meloni.
Manovra, Rizzetto (Fratelli d’Italia): “Rampa di lancio per decreto omnibus in primavera su lavoro, pensioni e reddito di cittadinanza”
La manovra di bilancio è stata definitivamente approvata dal Parlamento, con piena soddisfazione espressa da Giorgia Meloni.
Alle critiche espresse dalle opposizioni risponde Walter Rizzetto, deputato di Fratelli d’Italia e Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, intervenuto a “Italia città aperta”, trasmissione di Cusano Italia Tv, condotta da Roberta Feliziani. Rizzetto sostiene che la manovra è un punto di partenza fondamentale per le riforme che il governo farà nel 2023.
“In primavera il governo farà uscire un decreto omnibus su lavoro, pensioni e reddito di cittadinanza.
La manovra di bilancio è, dunque, una rampa di lancio per quelle riforme che il governo punta ad approvare entro aprile o maggio del prossimo anno”.
Manovra, Rizzetto e le pensioni: “Sarebbero servite due manovre per intervenire su tutte le pensioni, intervenuti su quelle più basse”
Tema centrale anche quello legato alle pensioni, che vede nella legge di bilancio un innalzamento delle pensioni minime.
Rizzetto sottolinea quanto fosse difficile poter fare di più, a causa della scarsità di risorse con cui la manovra ha dovuto confrontarsi.
“Abbiamo portato le pensioni minime a 600 euro sopra i 75 anni. Oltre a questo, siamo riusciti comunque a indicizzare soprattutto le pensioni più basse. Bisogna ricordare che la manovra di stabilità prevede interventi da 35 miliardi, di cui circa la metà dedicati alla questione energetica. Sarebbero servita due leggi di stabilità di questa portata per indicizzare tutte le pensioni, ma ci siamo riusciti comunque con quelle più basse.
Ci sarà, poi, Quota 103 e Opzione donna, che darà la possibilità alle donne di andare in pensione con 35 anni di contributi. Tuttavia, il testo andrà migliorato perché presenta ancora paletti abbastanza rigidi. Stiamo lavorando se col decreto Milleproroghe sarà possibile ripristinarla come era stata concepita ma ci siamo dovuti scontrare con il tema delle risorse scarse con cui abbiamo fatto questa legge di bilancio”.
Il decreto rave.
Tema al centro di numerose polemiche è anche quello dell’ormai famigerato ‘Decreto rave’, sul quale le opposizioni sono state molto critiche nei confronti del governo Meloni, sia sul merito sia sul metodo.
Rizzetto punta a smorzare gli animi, difendendo il provvedimento.
“Ci sono state sollevazioni ostruzionistiche da parte della minoranza, legittime, ma lo abbiamo approvato e non è niente di così mostruoso come viene descritto. Vengono previste pene superiori rispetto a quelle attualmente vigenti nella normativa del Codice Penale, quando ci sono occupazioni abusive di proprietà, che a volte – non sempre – provocano anche episodi poco piacevoli. In questo modo, si va a colpire l’illegalità di questi raduni, anche dal punto di vista delle sostanze stupefacenti che spesso circolavano liberamente in questi contesti.
La politica, in passato, è sempre stata pronta a battersi il petto di fronte a episodi spiacevoli. A volte, durante questi rave party, sono morti anche dei ragazzi, ma non si faceva nulla. Il decreto stabilisce che 100 o 150 persone non possono ritrovarsi in una proprietà privata e fare quello che vogliono. Ma nessuno ha nulla da dire sulle altre feste che i ragazzi vorranno, giustamente, fare”.