Il 2022 del ciclismo è stato segnato da tantissimi eventi e colpi di scena ma certamente l’addio di Vincenzo Nibali è stato tra i momenti più toccanti della stagione. Lo Squalo ha deciso di mollare quest’anno dopo 15 lunghi anni di una carriera impreziosita da trofei e ricordi indelebili; per questo motivo, nella lunga intervista rilasciata quest’oggi, Nibali ha provato a tracciare un bilancio del suo periodo sulle due ruote, guardando ai colleghi italiani e alle rivalità storiche.
Partendo dai momenti agrodolci, lo Squalo ha provato a ricordare la gara che più rappresenta un rimorso:
Penso di aver avuto il maggior numero di presenze a Lombardia e Liegi-Bastogne-Liegi. In effetti la Liegi mi piaceva molto e mi dispiace un po’ di non averla vinta, ci sono andato molto vicino ma va bene così, bisogna anche sapersi accontentare nella vita.
Ciclismo, Nibali tra presente e passato
Una lunga carriera in cui sono state tante anche le rivalità in strada; alla domanda diretta, Vincenzo Nibali non si è tirato indietro come suo solito e ha ricordato gli avversari più forti con cui ha dovuto competere negli anni:
Nelle corse a tappe lo erano senza dubbio Chris Froome e Alberto Contador. Nelle gare di un giorno è stato sicuramente Valverde a prendersi la scena.
Infine, un passaggio sugli italiani, in particolare Filippo Ganna, e sui Grandi Giri:
In questo momento, per le corse a tappe, non vedo corridori italiani all’altezza, magari si potranno costruire fisicamente e mentalmente in futuro. Ora, mi dispiace dirlo, bisognerà aspettare un po’.
Sui colleghi:
Ci sono diversi italiani che possono ancora crescere e magari vincere una Monumento. Primo fra tutti Ganna, in pista ha vinto praticamente tutto, ora dovrebbe concentrarsi di più sulle Monumento. Bagioli potrebbe fare qualche passo in avanti e sta crescendo anche Battistella. Non ha ancora vinto ma ha quella grinta, la cazzimma come si dice in napoletano! Ciccone è in una fase che deve concretizzare di più. Sono tutti lì, ma serve quel qualcosa in più per fare la differenza