Accadde oggi, 31 dicembre 1999: Russia, inizia l’era di Putin. Il 31 dicembre di 23 anni fa, infatti, Boris Eltsin si dimise da presidente della Russia e venne sostituito da Vladimir Putin. Colui che ancora oggi è il leader del Cremlino, è nato il 7 ottobre del 1952 a Leningrado (oggi San Pietroburgo). Presidente della Federazione russa dal 2000 al 2008, quindi rieletto nel 2012.
Accadde oggi, 31 dicembre 1999: Russia, inizia l’era di Putin
Formatosi nei servizi segreti sovietici, Putin, come primo ministro (1999) e presidente della Repubblica (2000, rieletto poi per il quarto mandato consecutivo nel 2018), ha represso la guerriglia autonomista in Cecenia e promosso il riavvicinamento a Cina, India e Stati Uniti. Favorevole (2001) alla campagna contro il terrorismo promossa dal presidente americano George W. Bush dopo l’attacco alle Torri Gemelle, Putin si è opposto (2003) all’intervento in Iraq.
Biografia di Vladimir Putin
Di origini modeste, laureatosi in legge all’università di Leningrado, nel 1975 Putin entrò nel KGB, per il quale lavorò, dal 1985 al 1989, nell’allora Germania Ovest: la Repubblica Democratica Tedesca. Tornato in Russia, si schierò con l’ala favorevole alla perestrojka di Gorbaciov e, lasciato il KGB nel 1991, ricoprì numerosi incarichi nell’amministrazione municipale di San Pietroburgo. Nel 1996 si trasferì a Mosca ed entrò nello staff di Eltsin. Nominato capo del Consiglio di sicurezza federale (ex KGB) nel 1998 e, nel marzo del 1999, capo del Consiglio di sicurezza russo, Putin, nell’agosto dello stesso anno assunse la carica di primo ministro.
Putin presidente
In qualità di primo ministro riprese le operazioni militari in Cecenia, guadagnandosi il sostegno dell’opinione pubblica nazionalista. Dopo le dimissioni di Eltsin (31 dicembre 1999), Putin assunse ad interim il ruolo di capo dello Stato e fu confermato alla presidenza nelle elezioni del marzo 2000 con il 53% dei consensi. Il conflitto russo-ceceno ebbe una parte centrale durante il suo primo mandato presidenziale. Al riguardo gli obiettivi principali furono: debellare il terrorismo ceceno, restituire alla Russia un territorio che storicamente le apparteneva, ripristinare l’autorità russa in area caucasica, scemata per l’influenza degli USA. Sul piano economico interno la sua amministrazione puntò al risanamento, e nel corso del 2001 promosse riforme volte alla privatizzazione di importanti imprese statali. Putin ha attuato una serie di riforme pensionistiche, bancarie e fiscali. I suoi interventi in campo economico hanno ottenuto risultati soddisfacenti come: l’incremento della produzione industriale, di quella agricola, e delle esportazioni.
Il regime e il piano imperialista
Putin fu eletto per un quarto mandato alle elezioni del marzo 2018 con il 60% dei voti. Ricordiamo che nel luglio 2020 ci fu l’approvazione attraverso un referendum delle riforme costituzionali proposte dallo stesso Putin. Riforme che tra l’altro prevedono l’annullamento del vincolo del secondo mandato presidenziale consecutivo. Un aspetto che potrebbe permettere a Putin di ricandidarsi per altri due mandati, rimanendo così al potere fino al 2036. Il resto è triste storia recente. Nel febbraio 2022, Vladimir Putin ha rilanciato il piano imperialista già delineato nel 2014 con l’annessione della Crimea, invadendo il territorio dell’Ucraina e riconoscendo l’indipendenza delle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, nel Donbass.
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