Prezzo benzina, di quanto aumenta se il governo non dovesse prorogare gli sconti oltre il 31 dicembre 2022? Dal 1° gennaio 2023 gli automobilisti potrebbero dover tornare a pagare il prezzo pieno per benzina, diesel e Gpl se non verranno confermati gli sconti entro domani. E potrebbe essere una stangata, come calcolato da Codacons: senza gli sconti, infatti, nel mese di gennaio si rischiano 18,3 centesimi in più di spesa rispetto a dicembre con un rincaro medio del pieno di oltre 9 euro. Senza considerare che potrebbero arrivare anche gli aumenti dei pedaggi delle autostrade. Occhio dunque a quanto avverrà nei prossimi giorni, soprattutto perché gli sconti sulle accise dei carburanti potrebbero avere le ore contate.
Prezzo benzina, di quanto aumenta senza sconti al 1° gennaio 2023: oltre 9 euro in più per il pieno
Il primo aumento potrebbe interessare il prezzo della benzina, del diesel e del Gpl. Già all’inizio della guerra in Ucraina, il governo di Mario Draghi aveva adottato un sistema di sconti per i carburanti che avevano garantito, a partire da marzo 2022, una stretta all’aumentare incontrollato dei prezzi. Ma gli sconti previsti dall’ultimo provvedimento sui carburanti, il decreto legge numero 179 di fine novembre 2022, termineranno nella giornata del 31 dicembre: senza ulteriori proroghe, si perderà il taglio di 18,3 centesimi a litro di carburante. È questo lo sconto applicato attualmente al prezzo per litro, rispetto ai 25 centesimi previsti dai precedenti decreti: comprendendo l’Iva il risparmio arrivava a 30,5 centesimi per litro. Il decreto 179/2022 aveva abbassato i tagli, facendo salire dal 1° dicembre scorso le accise da 47,84 a 57,84 centesimi al litro sulla benzina, da 36,74 a 46,74 euro al litro sul gasolio e da 18,26 a 26,67 centesimi al litro sul Gpl. Il che ha comportato, relativamente ai prezzi di dicembre – secondo quanto calcolato dal Codacons – un aumento dei costi dei carburanti di 6,1 euro per ogni pieno, di 146 euro per due pieni al mese e di 220 euro se i pieni al mese sono tre. Senza gli sconti governativi, da gennaio il maggior costo per ogni pieno salirebbe a 9,15 euro, con un incremento della spesa annua stimato in 219,60 euro. Nel frattempo, al di là degli sconti del governo, i prezzi dei carburanti stanno continuando a scendere: dalle rilevazioni del ministero dell’Ambiente, nella settimana tra il 19 e il 25 dicembre il costo medio nazionale della benzina è sceso a 1,625 euro per litro, il prezzo minimo da giugno 2021; quello del gasolio si è stabilizzato a 1,689 euro a litro, il più basso da un anno a questa parte.
In arrivo l’aumento dei pedaggi autostradali nel 2023
Nel decreto San Silvestro di domani, il governo dovrebbe adottare gli aumenti dei pedaggi autostradali. Al momento l’esecutivo sta valutando le richieste di aumento delle tariffe autostradali provenienti dalle concessionarie che, secondo quanto spiega Aiscat, sono inferiori agli incrementi degli altri Paesi europei. Infatti, per l’Italia si parla di aumenti medi dei pedaggi tra l’1,5% e il 3,5%, inferiori a quelli della Francia (più 4,7%) e della Spagna (più 4%). Secondo quanto riporta una nota di Aiscat di ieri, “in Italia è dal 2018 che i pedaggi autostradali non subiscono alcun incremento, diversamente da quanto previsto dalla normativa vigente” e che “eventuali incrementi di pedaggio, dipenderanno dalle molteplici componenti di gestione e investimento che caratterizzano ciascuna attività concessoria rispetto alle altre”. “I piani di ammodernamento e potenziamento messi in campo da varie concessionarie – si legge ancora nella nota – costituiscono un elemento imprescindibile per la sicurezza e la sostenibilità della rete autostradale che deve essere considerato una priorità, anche tenendo conto del generalizzato aumento dei costi delle materie prime”.