Negli ultimi anni si è vista un’accelerata allo sviluppo di nuovi carburanti sostenibili per l’aviazione al fine di contrastare l’ingente impatto ambientale e rientrare dunque anche nelle manovre di transizione energetica.
Le emissioni di aeroplani, siano essi destinati al trasporto di merci o passeggeri, sono ancora importanti su scala globale, nonostante i tentativi di limitare la dispersione di anidride carbonica con le nuove tecnologie.
A tal proposito la forma di carburante più sostenibile in via di maggior sviluppo è il Sustainable Aviation Fuels (SAF). In diversi campi di utilizzo, questo carburante ha evidenziato come possa ridurre del 75% le emissioni rispetto al tradizionale carburante di natura unicamente fossile e abbassare di oltre il 90% le emissioni di particolato e zolfo.
Da anni l’organo di controllo del settore aeronautico dell’Unione europea, la European Union Aviation Safety Agency (EASA), sta cercando di incoraggiare lo sviluppo e l’utilizzo di carburanti sostenibili per l’aviazione, ritenuti l’unica soluzione per migliorarne notevolmente l’impatto ambientale provocato dagli aerei.
Già nel corso del 2021 la Commissione Europea ha presentato un pacchetto di proposte ambientali che include il piano ReFuelEU Aviation, con l’obiettivo di aumentare la produzione ed il consumo di carburanti a basso impatto nel quadro del pacchetto “Fit for 55”.
Attualmente i SAF più utilizzati sono prodotti grazie a miscele di rifiuti forestali e agricoli, olio da cucina usato, carbonio catturato dall’aria e idrogeno verde come complemento per la benzina avio.
Uno studio di ricerca condotto dal team energy di Rhodium Group, associazione statunitense che analizza l’impatto sul mercato delle politiche energetiche e climatiche e i rischi economici del cambiamento climatico globale, ha rilevato come i SAF possano essere miscelati in maniera sicura con i tradizionali carburanti, senza la necessità di riprogettare i motori aeronautici.
Inoltre l’infrastruttura di rifornimento esistente può essere facilmente utilizzata anche per trasportare le nuove miscele.
Oggi la produzione di SAF genera un giro economico legato alle forniture a pronta consegna stimabile intorno ai 17 miliardi di dollari annui. Si stima che annualmente già 450 mila voli siano alimentati da questi carburanti alternativi.
Geodis, colosso francese di servizi di spedizione, sostiene la bontà del progetto di utilizzo di SAF per il trasporto di massa e di merci, perché è indispensabile ridurre le emissioni di anidride carbonica in tutto il mondo.
Carburanti sostenibili per l’aviazione: test anche in Italia
Solo qualche giorno fa, il 26 Dicembre 2022, Eni ha siglato un accordo con l’azienda di spedizione espressa Dhl Express Italy per l’utilizzo in fase di sperimentazione di un carburante di nuova generazione nominato Eni Biojet. Il contratto è stato stipulato anche sotto l’avvallo di Gruppo Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Milano Malpensa e Milano Linate. Questo nuovo combustibile è prodotto nella raffineria di Livorno in sinergia con la bioraffineria Eni di Gela.
Nello specifico, Eni Biojet è un SAF realizzato completamente da materie prime di scarto, grassi animali e oli vegetali esausti che va miscelato al 20% con il kerosene tradizionale per creare un composto in grado di ridurre dell’80% le emissioni nel ciclo di vita intero di un aereo.
Dal prossimo gennaio Dhl testerà l’Eni Biojet su 28 voli quotidiani da Malpensa, snodo fondamentale per il trasporto merci aereo.
Malpensa è infatti il quarto aeroporto europeo per traffico merci e da esso passa ben il 70% dei prodotti commerciali trasferiti via aereo in Italia.
L’introduzione dei SAF per il trasporto merci italiano garantirebbe quindi di limitare l’impatto ambientale, integrandosi nei piani di sviluppo sostenibile di transizione energetica che il nostro governo deve perseguire per rientrare nei parametri ambientali imposti dall’Unione Europea.
Il prossimo passo sarà estendere l’impiego di questi carburanti sostenibili ai voli a lunga percorrenza garantendo sicurezza e performance.