Solo pochi giorni fa Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie Infettive all’ospedale San Martino di Genova, aveva definito una “bomba biologica” la situazione covid in Cina. Il virologo è tornato a parlare dell’argomento predicando calma ma invitando la popolazione ad accelerare sulla somministrazione della quarta dose di vaccino.

Inoltre, ha plaudito il comportamento del governo italiano, “il primo in Europa a muoversi rispetto alle poche notizie che giungevano da Oriente“. In un’altra intervista Bassetti aveva poi attaccato velatamente le autorità sanitarie cinesi, sostenendo che ci fossero intercettazioni di medici che parlavano di cifre ben più alte di quelle comunicate. A conferma di questa tesi, il tabloid inglese Guardian ha pubblicato un dossier che parla di 9.000 morti al giorno, tuttavia il Dragone si difende dalle accuse e parla di “dati trasparenti“.

Covid in Cina, Bassetti: “Ue agisca in modo tempestivo”

I dati italiani sulla diffusione del covid sono quelli di un virus ormai messo in un angolo, pertanto speriamo non arrivino complicazioni dalla Cina“: Matteo Bassetti continua sulla linea del cauto ottimismo, spingendosi persino ad affermare che “il covid non sia più un problema“, in un’intervista all’Adnkronos Salute.

Nessun allarme, dunque, ma un monito a proseguire la campagna sincrona tra il vaccino contro l’influenza e quello contro il coronavirus. Il virologo genovese non prenderà parte alla riunione dell’Unità di crisi predisposta oggi dal ministro Schillaci, tuttavia esorta il governo a fare sempre più pressione sull’Europa affinché adotti misure tempestive. Il vero problema, conclude Bassetti, arriverà nel caso in cui sarà sequenziata e isolata una nuova variante (si parla di Gryphon).

Della situazione contagi in Oriente ha parlato anche Giuseppe Remuzzi al Corriere della Sera, professore di Nefrologia alla Statale di Milano. Il docente parla di “fase delicata in cui però non servono allarmismi“, sebbene punti il dito in maniera spinta sul doppio “errore inammissibile” attuato dal governo di Xi. Su possibili contraccolpi per la popolazione italiana, Remuzzi argomenta con gli ottimi dati vaccinali (“Il 90% ha completato il ciclo”), ma preme affinché la quarta dose subisca un’accelerazione (magari mista a quella antinfluenzale). Infine, aggiunge un piccolo cappello sulla variante Gryphon (nota come Xbb), che in Italia è all’1,8%. A chi prevede un futuro catastrofismo il professore replica asserendo che “la pandemia ci ha insegnato che è meglio non fare previsioni a lungo-termine“.

Tra i Paesi che hanno adottato provvedimenti simili all’Italia ci sono Spagna, Taiwan e Corea del Sud. A Seul, test obbligatori all’arrivo e in partenza (ma in transito) per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina fino al 28 febbraio 2023.

Ue chiede di aumentare la vigilanza

A proposito dello scenario e delle sue possibili evoluzioni, ha parlato il Commissario Ue alla Salute, Stella Kyriakides. Nel suo intervento, ha invitato i Paesi europei a “mantenere un clima di attenta vigilanza”, alla luce delle lacune cinesi: bassa attendibilità dei dati, bassa copertura vaccinale e incompatibilità dei certificati di guarigione. Pertanto, si richiede di aumentare le pratiche di sorveglianza in merito alla circolazione del virus, per poter poi essere pronti ad agire tempestivamente nel caso in cui spuntasse una nuova variante.

Dichiarazioni che arrivano a margine della riunione del Comitato per la sicurezza sanitaria, in cui è stato aggiunto che sarà attivato un piano di comunicazione negli aeroporti per velocizzare le procedure di monitoraggio e testing. Parola chiave pronunciata più volte dalla commissaria greca è “coordinamento”, quello che spesso è mancato in altre materie (ma anche nelle fasi successive della pandemia).