Dopo il ritrovamento, nei giorni scorsi di due uomini morti in casa a Serramazzoni nel modenese ieri si è svolta, all’istituto di Medicina legale l’autopsia sui corpi dei due amici Claudio Belloi e Francesco Bordone, trovati morti a colpi d’arma da fuoco la settimana scorsa nella villa di Belloi.

Forse solo l’esame autoptico potrà fornire elementi chiave per far luce su quanto accaduto nella grande casa di via Belvedere, poiché i dubbi sulla dinamica di quello che inizialmente sembrava essere un omicidio – suicidio sono ancora molti.

Pare infatti che sul corpo del più giovane, ovvero del muratore 48enne vi fossero almeno cinque colpi d’arma da fuoco. Lo storico ambulante Belloi, invece, sarebbe stato raggiunto da un colpo soltanto. Eppure, in base agli ultimi riscontri sarebbe stato proprio il 48enne a sparare per primo ma, se così fosse, allora tra i due vi sarebbe stata una precedente collutazione con tanto di inseguimento tra le stanze della casa e colpi di proiettile.

In paese, però, tutti affermano con certezza che Belloi non solo era un collezionista di armi ma anche un abilissimo tiratore. Non avrebbe potuto, insomma, sbagliare un colpo e non sarebbe neppure arrivato a spararne cinque.

Proprio per far luce sulla dinamica, sul posto si sono recati nuovamente i Ris di Parma affiancati dai carabinieri di Pavullo e del nucleo investigativo. I militari esperti hanno cercato di isolare le tracce, ricostruire la traiettoria dei proiettili, analizzare schizzi e tracce ematiche. Un sopralluogo volto, prima di tutto, ad escludere l’eventuale coinvolgimento di terzi nella misteriosa vicenda. A priori, insomma, non è stata accantonata l’ipotesi del duplice omicidio che significherebbe un assassino in libertà.

Quello che si sa è che le due vittime dallo scorso Martedì sera hanno smesso di rispondere al telefono e Giovedì, in tarda mattinata, sono stati rinvenuti i loro cadaveri all’interno di stanze messe a soqquadro e tra copiose tracce di sangue, sparse sui pavimenti, sui muri e sulle scale. La porta sarebbe stata chiusa dall’esterno ma qualcuno, in paese, vocifera che Bordone non fosse l’unico ad essere in possesso delle chiavi di casa dell’anziano amico.

Uomini morti a Serramazzoni: il profilo di Francesco Bordone

Il 48enne, prima di cercare di iniziare una nuova vita a Serramazzoni aveva scontato la propria pena in carcere, dove era finito perchè accusato di violente rapine a Rimini.

Bordone aveva poi continuato il proprio percorso, durato oltre due anni, nella comunità guidata dal presidente Ceis, padre Giuliano Stenico che ha detto:

“Sono sempre rimasto in rapporti con la famiglia di Francesco, con i suoi parenti, infatti, abbiamo condiviso il progetto e programmato un percorso di espiazione pena all’esterno del carcere. Bordone è stato con noi parecchio tempo e il percorso si basava su due step: una prima esperienza è stata in una comunità, dove si punta moltissimo sulla socializzazione. Dopo di che ci siamo resi conto che il 48enne aveva bisogno di un lavoro più profondo: ecco perchè abbiamo proposto una terapia individuale e la vita in una comunità terapeutica, per lavorare sulla storia personale e sulle relazioni. Al termine del percorso è stato inviato ad un’altra esperienza comunitaria per poi uscire. Posso dire solo che con lui abbiamo lavorato a lungo ma anche che non era una persona semplice”.

Le parole del sindaco di Serramazzoni

A “Il Resto del Carlino”, il sindaco di Serramazzoni Claudio Bartolacelli, amico di Claudio Belloi, aveva commentato così, la scorsa settimana, la tragica notizia:

“Non sappiamo ancora cosa sia accaduto, tutte le ipotesi sono valide, dalla fuga di gas in avanti. Le forze dell’ordine sono entrate nell’abitazione sfondando la porta. C’è il grande dispiacere di tutti, queste cose colpiscono soprattutto quando riguardano una piccola comunità come la nostra”.