È la domanda più comune che si pongono gli utenti dell’e-commerce: come riconoscere le truffe online ed evitarle. Incappare in una trappola in rete, infatti, è molto più facile di quanto si pensi: a rivelarlo è uno studio condotto per Visa da Wakefield Research a livello mondiale fra seimila adulti in 18 Paesi, chiamato non a caso “Fraudulese, il linguaggio delle truffe”. Secondo l’indagine, ben tre utenti su quattro tendono ad “abboccare” alle frasi o ai termini che tipicamente vengono utilizzati nelle truffe online. E questo accade nonostante quasi la metà (il 48 percento) pensi di saper gestire il fenomeno. La ragione di questa distanza tra realtà e percezione è presto detta: se da un lato gli utenti hanno acquisito maggiore dimestichezza con il digitale, dall’altra i malintenzionati hanno affinato le proprie tecniche e i propri strumenti, al punto da riuscire a ingannare anche persone navigate. Anzi, proprio l’eccessiva convinzione di saper riconoscere le truffe rappresenta un problema. Secondo lo studio Visa, infatti, sono soprattutto gli utenti più sicuri di sé a rispondere ai messaggi comunemente usati dai truffatori.

Come riconoscere le truffe online: il linguaggio più comune utilizzato dai truffatori e le tecniche di difesa

Per verificare se si tratti o meno di una truffa, la maggior parte delle persone analizza le informazioni contenute nel messaggio. Secondo lo studio di Visa, però, accade spesso (in otto casi su dieci) che si tenda a verificare le informazioni sbagliate. Quelle cioè che sembrano una conferma mentre in realtà sono facili esche come ad esempio il nome di un’azienda o il suo logo, elementi che si possono falsificare in modo semplice. Eppure sono proprio quelli cui gli utenti prestano più attenzione (46 percento). Stesso discorso per indizi come il numero di ordine (45 percento), il numero di conto (38 percento) e la personalizzazione del saluto all’inizio del messaggio (27 percento): ormai le truffe, sempre più mirate, badano anche ai dettagli più piccoli. È quindi necessario tenere alto il livello di guardia, controllando diversi elementi. In generale, sono ancora pochi (il 60 percento) gli utenti che verificano se la mail arrivi da un mittente valido, e meno della metà coloro che controllano che il testo sia scritto correttamente (47 percento) o si preoccupano di verificare il numero di ordine degli acquisti (45 percento). In compenso, molti si preoccupano che i propri cari possano cadere in qualche trappola: fino al 90 percento teme che la propria famiglia o i propri amici possano rispondere positivamente a offerte arrivate via mail (61 percento) o per messaggio (59 percento). Nonostante le truffe parlino lingue diverse a seconda dei vari Paesi, hanno spesso caratteristiche comuni. Fra le formule che, in tutto il mondo, ingannano con maggior frequenza ci sono la vincita di una carta regalo online (48 percento) e l’annuncio di poter ottenere qualcosa gratis o in regalo (32 percento). Nel vocabolario delle truffe funzionano anche le espressioni “offerta esclusiva” (30 percento), “approfittane subito” (25 percento) e “offerta a tempo limitato” (25 percento). Meno ingannevoli, ma comunque sempre frequenti, i messaggi “urgente” (22 percento), “azione necessaria” (21 percento) e “clicca qui” (21 percento). Secondo i dati ripèortati dal report Visa a livello geografico sono soprattutto gli abitanti delle Americhe (esclusi gli Stati Uniti) ad avere più probabilità di agire in risposta a un messaggio tipico di una truffa. Gli abitanti Emea (Europa, Medio Oriente e Africa), invece, sono quelli che paiono meno sensibili alle truffe.

Soggetti più a rischio

Sfatiamo qualche mito. È opinione molto comune che le persone più soggette al rischio truffa siano quelle con qualche anno in più. Ne è convinto l’87 percento degli intervistati. Si tratta però di un’idea che non trova riscontro nella realtà: secondo lo studio di Visa, sono infatti soprattutto i millennial (i nati fra il 1981 e il 1996) e la generazione Z (nati tra il ‘97 e il 2012) ad essere maggiormente esposti ai rischi di frode, molto di più rispetto ai cosiddetti boomer e alla generazione X (1965 – 1980). Nell’ultimo anno Visa è arrivata a bloccare 7,2 miliardi di dollari di tentativi di pagamento fraudolenti in 122 milioni di transazioni, prima ancora che raggiungessero gli utenti. La società sta puntando in particolare sull’educazione al linguaggio delle frodi per aiutare i consumatori a proteggersi, mentre al suo interno ha lanciato una strategia più ampia, che negli ultimi cinque anni ha portato ad effettuare investimenti per più di 10 miliardi di dollari in tecnologie, impiegando oltre mille specialisti per proteggere la rete da malware, attacchi zero-day e minacce interne.