Oggi 30 Dicembre è l’ultimo giorno disponibile per l’approvazione del decreto rave. Il primo decreto varato dal governo Meloni dal suo insediamento deve essere convertito in legge entro mezzanotte, in caso contrario decade. Entro le 12 scatterà il voto finale e la trasformazione in legge. Il voto arriverà dopo una seconda maratona notturna e una battaglia a colpi di ordini del giorno (sono 157), presentati a raffica dall’opposizione per cercare di rallentare i lavori, fare impantanare la discussione e andare oltre il termine. La maggioranza ha scelto di non affidarsi alla “tagliola”, lo strumento regolamentare che dimezza i tempi di esame e taglia di netto le dichiarazioni di voto, ma di procedere a ritmi serrati con uno sprint sui tempi di votazione. Una decisione che provoca comunque le proteste dell’opposizione, anche se il presidente della Camera Lorenzo Fontana assicura che tutti i deputati che intendono sottoscrivere ordini del giorno saranno messi nelle condizioni di farlo. La premier Giorgia Meloni, nella conferenza stampa di fine anno, ha difeso il decreto rivendicandone con orgoglio il contenuto nonostante l’ostruzionismo dell’opposizione per farlo naufragare.

Approvazione decreto rave, cosa prevede e quali misure comporta

Il decreto introduce nel codice penale il reato di “Rave party”. Prevede la reclusione da tre a sei anni e la multa da euro 1.000 a euro 10.000 per “chiunque organizza o promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento”, quando dall’invasione “deriva un concreto pericolo per la salute pubblica o per l’incolumità pubblica a causa della inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti ovvero in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento, anche in ragione del numero dei partecipanti ovvero dello Stato dei luoghi”. Prescritta la confisca “delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato” e “delle cose che ne sono il prodotto o il profitto”. Non solo, il decreto autorizza il reintegro anticipato degli operatori sanitari non in regola con le vaccinazioni contro il Covid. La precedente legge prevedeva il reintegro a fine 2022, col decreto questa data è stata anticipata. Il dl sospende fino al 30 giugno 2023 le sanzioni per i non vaccinati. Ci sono poi le nuove norme sull’ergastolo ostativo: si prevede che ai benefici penitenziari siano ammessi i condannati per reati contro la Pubblica amministrazione anche se non hanno collaborato con la giustizia cos’ come l’innalzamento della durata del periodo di pena da espiare per l’accesso alla liberazione condizionale e l’allungamento della durata della libertà vigilata (dieci anni, anziché cinque) in caso di condanna all’ergastolo. Ha ottenuto il via libera un emendamento del Terzo polo, col voto favorevole del governo, che porta alla cancellazione della legge Spazzacorrotti dell’ex ministro Bonafede sulla prescrizione. 

L’opposizione sulle barricate

L’ostruzionismo messo in atto da Pd, M5S, Verdi e Sinistra ha rallentato pesantemente i lavori tanto che il governo ha posto la questione di fiducia, incassando l’ok. Anche dopo il via libera alla fiducia, le opposizioni sono ricorse a tutti i mezzi a disposizione consentiti dal regolamento per tentare di non convertire in legge il decreto. Ostruzionismo proseguito con l’iscrizione in massa alle dichiarazione di voto. Da qui la scelta della maggioranza di chiedere e ottenere la seduta fiume (interrotta solo dall’informativa urgente del ministro della Salute sulla recrudescenza dei casi Covid in Cina e le nuove misure adottate dal governo), sembra invece esclusa la “ghigliottina” per tagliare i tempi del dibattito. “Questo decreto è sbagliato e non deve essere approvato” dice Debora Serracchiani. “Meloni ha gettato la maschera riconoscendo di aver voluto il DL Rave per dare un segnale ma non si usano i decreti legge per questo”, commenta Riccardo Magi di Più Europa. Stamani si continua e il clima si annuncia incandescente.