Paese che vai, tradizioni di Capodanno che trovi. Ciascun popolo ha il proprio modo di celebrare le ricorrenze più importanti. Alcune usanze sono parecchio bizzarre, altre hanno origine nella notte dei tempi. Vediamo quali sono alcune delle tradizioni di Capodanno più interessanti in giro per il mondo.
Le tradizioni di Capodanno
Tutte le tradizioni di Capodanno in giro per il mondo.
Italia: intimo rosso e lenticchie
Immancabile, nel Capodanno nostrano, è il piatto di lenticchie a mezzanotte; si crede, infatti, che mangiarle porti ricchezza e prosperità nell’anno nuovo. Anche indossare intimo di colore rosso è considerato di buon auspicio.
In alcune zone d’Italia, sopravvive la tradizione di gettare oggetti, e perfino vecchi mobili, da finestre e balconi: questo gesto simboleggia la volontà di liberarsi delle “cose vecchie” per fare spazio al nuovo. Tuttavia, questa usanza è potenzialmente molto pericolosa ed oggi è proibita dalla legge.
Argentina: coriandoli dalla finestra
Il lancio di oggetti da finestre e balconi è una fra le tradizioni di Capodanno più diffuse in diversi paesi del mondo, probabilmente per via del suo forte significato simbolico. In Argentina, tuttavia, questa tradizione assume connotati più innocui: gli argentini, infatti, si limitano a strappare vecchie carte e documenti e a lanciarne i brandelli dalla finestra.
America Latina: intimo colorato
Se in Italia l’intimo di Capodanno è rigorosamente rosso, in alcuni paesi dell’America Latina, come Messico, Bolivia e Brasile, il colore della biancheria varia in base a ciò che si desidera ottenere durante l’anno a venire. Rosso se si sogna l’amore, giallo se si ambisce a ricchezza e successo, bianco se si desidera pace e armonia, verde se si ricercano benessere e salute.
Cile: festeggiare con i defunti
A Talca, in Cile, l’ultima notte dell’anno ci si riunisce al cimitero, per salutare l’anno vecchio in compagnia dei cari estinti. Solo una piccola parte della popolazione partecipa a questa tradizione, tanto bizzarra quanto recente: fu inaugurata appena quarant’anni fa. La serata inizia in genere con una celebrazione liturgica: in seguito, vengono offerti fiori e candele ai defunti, per proseguire poi con i festeggiamenti tra brindisi, musica e balli.
Danimarca: lancio del piatto
Lasciamo l’America Latina per tornare in Europa, più precisamente in Danimarca, dove il lancio di oggetti torna a farla da padrone. Qui, la buffa usanza del 31 dicembre prevede di rompere dei piatti tirandoli contro le porte di casa di amici e parenti.
Finlandia: un falò di lattine
Tra le tradizioni di Capodanno più divertenti c’è invece l’alcolica celebrazione della Finlandia, dove la notte del 31 dicembre si consuma una grande quantità di birra tutti insieme, per poi dare fuoco alle lattine. I frammenti fusi vengono poi immersi in acqua fredda, e le forme che assumeranno daranno ai festanti pronostici sull’anno venturo.
Siberia: un tuffo nel lago ghiacciato
In Siberia, dopo mangiato, non si è soliti attendere le canoniche tre ore prima di fare il bagno. Dopo il cenone di Capodanno, è usanza uscire di casa per correre a tuffarsi nel lago ghiacciato più vicino.
Grecia: la vasilopita
Ben più tranquilla è la tradizione della Grecia, dove a Capodanno viene preparata la vasilopita, letteralmente “torta di San Basilio”. Si tratta di una torta impastata nascondendo al suo interno una moneta. Colui o colei che, al momento di mangiarla, troverà la moneta, avrà un anno prospero e fortunato.
Spagna: dodici acini d’uva
A proposito di prosperità, se in Italia si mangia la lenticchia per augurarsi un anno di abbondanza, in Spagna questo ruolo è svolto dall’uva. Mangiarne dodici chicchi (uno per ogni mese dell’anno) nei dodici secondi che precedono la mezzanotte del 1° gennaio è di buon auspicio e porta un anno di ricchezze.
Germania: Dinner for one
Dimenticatevi Una poltrona per due: in Germania, la tradizione delle feste prevede di guardare un film intitolato Dinner for one. Si tratta di un cortometraggio comico del 1963, della durata di soli diciotto minuti. La maggior parte dei tedeschi lo conosce ormai a memoria, ma è usanza riguardarlo ogni 31 dicembre.
Chiara Genovese