Benjamin Netanyahu ha prestato oggi giuramento come nuovo primo ministro di Israele: è il suo sesto governo nella storia del Paese, per molti il più ultraconservatore di sempre.
73 anni compiuti, il leader del partito Likud ritorna a vertici dello Stato dopo essere stato all’opposizione durante i due governi che si sono susseguiti in appena 18 mesi, e si è detto pronto a riprendere il discorso da dove aveva concluso: tra i capisaldi c’è la politica estera, per riavvicinare Gerusalemme alle nazioni confinanti (in particolare Emirati Arabi Uniti, Bahrain e Marocco) dopo una serie di tensioni con il vicino palestinese che hanno screditato l’immagine di Israele. Ferma condanna all’Iran soprattutto per le sue aspirazioni al nucleare.
Israele, polemiche e critiche per le figure del governo Netanyahu
Altra figura di spicco del governo Netanyahu sarà Amir Ohana, nuovo presidente della Knesset (il Parlamento di Israele): è la prima volta che un personaggio politico dichiaratamente omosessuale assume una carica di così alto profilo.
Ma cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi? Certamente, la nuova conformazione governativa promette di attuare cambiamenti profondi e radicali, a cominciare dalla riforma del sistema giudiziario. In particolare, potrebbero essere introdotte delle norme che consentirebbero di “alleggerire” il processo per corruzione a carico dello stesso Netanyahu, fino al suo annullamento.
Rispetto alla situazione italiana, con cui presenta analogie nella maggioranza di centrodestra, in Israele l’opposizione è molto forte e ha messo in crisi Netanyahu, chiamato comunque a un quadriennio complicato con il 52% dei seggi in Parlamento. Non sono mancate frecciate alla sinistra in occasione della giornata di giuramento e di presentazione dei ministri, con forti contestazioni per le nomine di personaggi di dubbia fama (o indagati).
Tra queste spicca la nomina di Bezalel Smotrich a capo dei rapporti con la Cisgiordania: quest’ultimo è un fervido sostenitore dell’occupazione israeliana in un territorio a forte matrice palestinese. Altri sviluppi negli insediamenti sono previsti in Galilea, nel deserto del Negev, nelle alture del Golan e in Giudea. Il primo ministro uscente Yair Lapid (Partito liberale del Futuro) ha definito il neo Esecutivo “il più corrotto mai esistito“.