Dl rave Conte torna a parlare e lo fa attraverso i social. L’ex Presidente del Consiglio e leader politico del Movimento 5 Stelle ha voluto dire la sua sulla situazione parlamentare del decreto legge rave attualmente in fase di discussione alla Camera. In particolare ad aver mandato in fermento l’opposizione c’è stata l’intervista in cui il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha parlato invocando l’uso della ghigliottina parlamentare.

Dl rave Conte parla agli elettori del M5S, video con avvertimento a Fontana

Il leader pentastellato ha voluto aggiornare in tempo reale sullo stato dei lavori alla Camera, dove è attualmente in discussione il dl rave: “Sono qui per informarvi sulle attività parlamentari di queste ore e tenervi aggiornati. Il m5s ha lavorato anche la scorsa notte fino all’alba alla Camera per opporci al piano scellerato di questa maggioranza. La manovra è passata anche al Senato, l’abbiamo contestata nella sua impostazione e contiene misure inique che rischiano di allargare il divario e le diseguaglianze che già esistono nel nostro paese. Siamo ora alle prese con il decreto rave”, soffermandosi poi sulle dichiarazioni del ministro Ciriani nel corso della diretta Instagram “Ha dimostrato scarsa conoscenza e scarso rispetto delle istituzioni, invocando la ghigliottina per contingentare gli interventi. Noi confidiamo che il presidente della Camera non attiverà la ghigliottina. Sono lontani i temi in cui Meloni e soci lamentavano l’affossamento della discussione. Abbiamo un decreto, il decreto rave, che nasce da un’occasione contingente, il rave di Modena. Una norma scritta malissimo, da stato di polizia, tant’è vero che il governo è tornato sui suoi passi denunciando la propria imperizia. L’ha riformulata per renderla minimamente accettabile”.

M5S protesta, nessun intervento sull’ergastolo ostativo nel dl rave

Il M5S sottolinea poi in una nota a firma delle capogrupponelle commissioni Giustizia di Camera e Senato Valentina D’Orso e Ada Lopreiato: “Abbiamo ascoltato dichiarazioni del Presidente Meloni sulla riforma dell’ergastolo ostativo dal tono trionfante. Farebbe bene invece a frenare l’entusiasmo e a raccontare la verità ai cittadini. Perché non è affatto vero che questo decreto legge all’esame dell’aula della Camera ha salvato l’ergastolo ostativo. Purtroppo non è così. Un intervento sull’ergastolo ostativo era sicuramente urgente, nessuno più del Movimento 5 Stelle lo sa. Nella scorsa legislatura eravamo gli unici a chiedere a gran voce l’approvazione definitiva della legge. Da Fratelli D’Italia che in passato invocava severità ci aspettavamo molto più rigore, evidentemente è prevalsa la linea di Forza Italia sulla giustizia e adesso quel decreto potrà rivelarsi un incentivo a non collaborare con la Giustizia. È un rischio che abbiamo ripetuto nelle commissioni e nelle aule di Senato e Camera per settimane. E’ inutile che la presidente Meloni lanci accuse alle opposizioni paventando il rischio del buco normativo”, le loro accuse.

Meloni ha detto no alle proposte del M5S

Sottolineano dal partito guidato da Giuseppe Conte quale fosse la loro proposta: “Bisognava imporre che il detenuto per un reato ostativo non intenzionato a collaborare fosse obbligato a spiegare le ragioni della mancata collaborazione, a dichiarare tutti i beni posseduti e a dimostrare di aver maturato un pieno ravvedimento rispetto alla condotta mafiosa. Esattamente come è oggi per i collaboratori di Giustizia. Meloni e la sua maggioranza hanno detto no, questa è la verità da dire ai cittadini e adesso sono loro ad approvare un provvedimento che rischia di essere un incentivo all’omertà”.